Un piazza spaccata tra contestatori e sostenitori. Da una parte le urla “vergogna!”, “buffone!”, “mafioso”. Dall’altra le grida “Silvio, Silvio, Silvio” dei militanti Pdl accorsi a sostegno di Silvio Berlusconi, sceso in piazza Duomo a Brescia per una manifestazione “contro l’uso politico della giustizia”. Contestazioni che anticipano il comizio del Cavaliere e che proseguono anche al termine con scambio di insulti e lancio reciproco di bandiere.

Fischi e applausi che si contrappongono continuamente durante il discorso del Cavaliere. Una situazione a cui Berlusconi non è abituato, ma che ultimamente si è già trovato a fronteggiare. Come a Udine quando, durante il comizio in occasione delle elezioni regionali il 18 aprile scorso, si trovò di fronte non solo i supporter osannanti del Pdl, ma anche molti contestatori. Oggi, però, a fischiarlo sono in molti e appartenenti a gruppi variegati, non solo centri sociali e militanti del M5s, anche molti cittadini comuni.

Lo scontro verbale tra berlusconiani e anti inizia ancora prima che Berlusconi cominci a parlare, davanti all’hotel Vittoria dove soggiornano i parlamentari Pdl. Ad accendere gli animi il passaggio di esponenti politici e supporter del Pdl davanti all’albergo dove si trovano anche un gruppo di rappresentanti del Movimento 5 stelle con un banchetto a sostegno del loro candidato sindaco. Salutati al grido di “ladri, ladri, ladri” e “in galera, in galera”, i militanti azzurri reagiscono. Dall’altra parte della via intanto alcuni esponenti dei centri sociali che stavano per raggiungere la piazza vengono bloccati dalle forze di polizia e tenuti a debita distanza. Un militante del Pdl viene raggiunto da pugni e calci. Solo il cordone degli agenti riesce a separare le due fazioni. Molta la rabbia anche contro i parlamentari del centrodestra. “Fascista”, gridano i manifestanti all’indirizzo di Maurizio Gasparri; “Vai a lavorare”, è invece l’invito rivolto alla deputata Daniela Santanchè

E gli insulti volano anche dopo il comizio di Silvio Berlusconi in piazza Duomo. L’area rimane divisa in due anche mentre i manifestanti – sostenitori del Pdl o attivisti di sinistra che contestavano – defluiscono. Agenti antisommossa sono stati chiamati a dividere i due gruppi davanti al sagrato del Duomo. Pesantemente contestato anche l’ex presidente della Lombardia, il senatore Roberto Formigoni, l’unico a lasciare il retropalco direttamente dalla piazza, attraversando la folla. Scortato dai carabinieri,  l’ex ministro Renato Brunetta addebita l’accaduto a ”150 fascisti antidemocratici”: “Mi dispiace che i giornalisti abbiano scritto di questi 150 fascisti antidemocratici – dice Brunetta – e non per le decine di migliaia di democratici che hanno manifestato”.

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