Volevano incontrarsi all’aperto, piazza Santo Stefano, nel centro di Bologna per una grande manifestazione, ma il partito ha convinto i delusi del Partito Democratico a scegliere il circolo della Bolognina, quello della “svolta”, quello di quando è nato un partito che doveva aprire la strada al riformismo europeo. Prendono la parola i giovani, assessori della giunta comunale e iscritti che chiedono un cambiamento. Benedetto Zacchiroli, Matteo Lepore, il sindaco di Budrio Giulio Pierini, ma soprattutto i cittadini (“il termine è della sinistra, ce l’hanno rubato i grillini”, dicono) che sul palco vanno per esprimere amarezza e delusioni di un momento storico che li lascia senza parole. 

L’iniziativa si chiama Reset Pd, e l’obiettivo è il cambio di classe dirigente. Oltre cento le persone ad ascoltare. Tra il pubblico anche il figlio di Romano Prodi, Giorgio. Applaude quando si parla di ripartire da zero. “Ci proviamo a scegliere un’altra strada. Oggi sono qui perché vengo spesso alle iniziative del Pd. E non voglio smettere adesso. E’ importante reagire dalla base e ripartire. C’è sempre una possibilità dentro il partito. Stando attenti a tutti quei giovani che sono nati vecchi. E’ un’occasione che non possiamo perdere. In tutti i partiti del mondo quando ci sono le sconfitte si cambia la dirigenza, stando attenti a tutti quei giovani già vecchi. Abbiamo bisogno di cambiamento”. Sul nuovo incarico di governo commenta: “Dico solo che Enrico Letta ha una bella gatta da pelare. Si trova una situazione molto difficile, spero possa fare per il bene del Paese”. Un applauso unico si alza quando si cita Romano Prodi e l’errore di bruciare il nome che tutti avrebbero voluto vedere al Quirinale: “Io non sono la persona giusta per commentare”, risponde Giorgio Prodi, “sicuramente non ci sentiamo traditi. E’ una decisione frutto di una politica fatta in un certo modo che però così non dà risposte serie”. 

Un inno al cambiamento, che passa per le testimonianze di attivisti delusi. “L’abbiamo chiamato Reset, perché da qui vogliamo ripartire. Cambiare tutto e soprattutto cambiare quella dirigenza che ci ha portato fino a questo punto”.  Parlano di svolta e raccogliere la dignità perduta. Lo spiega al pubblico l’assessore del Comune di Bologna Luca Rizzo Nervo: “Siamo qui a incontrarci per salvare le cose. Pensiamo che sia importante non morire di tatticismo. Il partito può e deve avere più coraggio”. Non è il momento di bruciare tessere dicono in coro, ma di fare progetti e mettersi al lavoro. “Dobbiamo pensare a rifare il partito per rifare l’Italia. Un partito che fino a questo momento non sembra sia mai stato fatto”.

L’applauso lo strappa Lorenzo D’Agostino, iscritto al partito ed esponente dell’ala più giovance che l’incontro avrebbe voluto vederlo in piazza e all’aperto. “E’ inutile che ci giriamo tanto intorno. Il nostro partito sta facendo un governo tecnico con Berlusconi. E questa è una vergogna”. E nemmeno la scelta di Enrico Letta lascia tranquilli gli animi dei più scontenti. “Ce lo ricordiamo chi era? Quello che mandava il pizzino a Monti felicitandosi con lui. Quella classe dirigente che vuole l’inciucio per noi è pari agli imprenditori che la notte del terremoto a l’Aquila ridevano”.

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