Il piano del governo sui debiti della pubblica amministrazione non è stato accolto con favore dagli industriali. “Non era quello che volevamo”, ha dichiarato il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi. “Siamo un po’ delusi dal fatto che il governo non abbia provveduto a prendere il provvedimento nella sua interezza”. In ogni caso, ha aggiunto, “aspettiamo di vedere quali saranno le procedure”. “Prima di dare un giudizio definitivo – ha sottolineato il presidente degli industriali – vogliamo conoscere il testo, ma sicuramente ci aspettavamo l’adozione del provvedimento nella sua interezza con il pagamento di debiti per 48 miliardi, come avevamo indicato”. Per Squinzi “è comunque positivo che dopo anni di discussione il tema sia stato affrontato“. Il numero uno di Confindustria ha anche sottolineato che “il pagamento dei debiti della pubblica amministrazione per 48 miliardi di euro avrebbe portato nell’arco di 5 anni alla creazione di 250 mila posti di lavoro“. “Nel nostro Paese – ha concluso – il problema del lavoro è centrale, la disoccupazione è arrivata al 12%, quella giovanile al 40% e come imprenditore e cittadino sono angosciato da questa situazione”.

Sul piano del governo è intervenuto anche Antonio Tajani. Secondo il vicepresidente della Commissione europea, l’Italia “deve fare uno sforzo per pagare tutti i debiti” della pubblica amministrazione e “serve un piano una tantum” per risolvere nell’arco di due anni, una volta per tutte, la questione e “rimettere in moto l’economia reale”. Anche Tajani vede l’iniziativa del governo come un passo “positivo”, ma sollecita l’Italia “a fare di più e in fretta”, presentando il suo piano quanto prima a Bruxelles. Con la dichiarazione Rehn-Tajani del 18 marzo scorso la Commissione ha mostrato segnali di apertura alla possibilità di aumento del debito e del deficit, senza riferirsi alla necessità di restare al di sotto dei parametri del patto di stabilità. Questo perché l’incremento derivante dal pagamento dei debiti arretrati della pubblica amministrazione sarebbe considerato come uno di quei “fattori attenuanti” previsti dal patto stesso, che consentono temporanei sforamenti senza incorrere in procedure per deficit eccessivo. La Commissione attende ora di conoscere il piano predisposto dall’Italia per poterlo valutare nella sua interezza e per concordare tempi e modi per la sua attuazione. E in questa ottica, secondo fonti comunitarie, è pronta a dare “tutto il supporto possibile”.

Intanto, dalla conferenza dei capigruppo di Montecitorio, è emerso che all’inizio della prossima settimana, tra lunedì e martedì, si terrà una nuova conferenza dei capigruppo per decidere come la Camera potrà pronunciarsi sulla relazione sullo stato dei conti pubblici varata dal governo per lo sblocco dei pagamenti della Pubblica amministrazione nei confronti delle imprese. “E’ la prima frustata positiva e non a sangue del governo Monti”, ha commentato il capogruppo di Sel Gennaro Migliore. Affermazione non condivisa dal capogruppo Pdl, Renato Brunetta: “Monti e Passera avevano bucato e dobbiamo ringraziare l’Europa, opportunamente sensibilizzata dalle forze politiche”. “Bisogna fare molto presto, per passare ad una fase operativa – ha invece affermato Mario Marazziti, di Scelta civica -, se l’Ue ha abbracciato la filosofia che gli interventi per lavoro e sviluppo non vanno conteggiati nel debito, si deve alla credibilità di un anno e mezzo di governo in Italia”. Anche la presidente della Camera, Laura Boldrini, durante la riunione informale dell’Ufficio di presidenza ha ribadito l’impegno perché in Parlamento i provvedimenti per sbloccare i pagamenti della Pubblica amministrazione possano avere un iter rapido.

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