È Michele Emiliano, sindaco di Bari in quota Pd, a ribaltare la lettura dei risultati elettorali: “Tocca a Beppe Grillo scegliere il premier. È il Pd che deve appoggiare M5S, non viceversa”.

Sindaco Emiliano, pare che Bersani non sia affatto d’accordo con lei.
Invece nel suo discorso di ieri ho visto un’apertura. Poi è chiaro che non può essere Bersani a inseguire Grillo. Ma l’importante è che lo faccia, non che lo dica. È lui il vero vincitore politico e dobbiamo riconoscerlo.

Come?
Ho passato la giornata a studiare le dichiarazioni di Grillo: è chiaro che escluda un dialogo con Berlusconi. Gli unici possibili interlocutori siamo noi: Grillo scelga il premier – che secondo me potrebbe essere lui stesso – e proponga una serie di punti programmatici. Il Pd li voterà.

È proprio sicuro che l’apparato del Pd accetterebbe questa linea?
Deve, è l’unica soluzione. E analizzando il voto non sono affatto demoralizzato come gli altri dirigenti del Pd. Anzi, abbiamo una fantastica opportunità.

Quale?
Grillo vuole recuperare la centralità del Parlamento, combatte per acqua e scuole pubbliche, contrasta i privilegi della Casta: tutte idee in linea con il centrosinistra, che anzi professiamo da anni. Solo che non siamo mai riusciti a concretizzarle. Grazie a lui possiamo uscire dal pantano e cambiare il Paese.

Molte visioni però sono diverse: per esempio il ruolo dell’Italia nell’Unione europea.
Grillo parla già di un referendum, e lo fa per prendere tempo. In più, se il popolo confermerà la volontà di restare in Europa, ci saranno una vera unificazione politica e il superamento della tecnocrazia, che è inutile e pericolosa.

Crede davvero che Bersani sia disposto a farsi da parte?
Non può fare altro. Se non riesci a smacchiare il giaguaro non puoi andare ad abbeverarti al laghetto con lui, perché poi ti sbrana. È ora di compiere una rivoluzione mite.

Quindi non chiede nuove elezioni?
No, penso che assieme al M5S possiamo fare tutte le riforme istituzionali che servono. Il Pd è come un nodo gordiano, cioè un problema intricatissimo, e Grillo è Alessandro Magno che lo risolve con un brutale taglio di spada.

E se il Pd optasse invece per un inciucio vecchio stile?
Non solo non sosterrei quell’ipotesi, ma cambierei proprio visione politica.

Pensa sia stato un errore la mancata alleanza con Ingroia?
Certo, abbiamo bisogno di lui. Ho cercato di convincerli a dialogare, ma penso si siano sopravvalutati entrambi: il Pd pensava di vincere e RC di superare il quorum.

Lei ha sostenuto Bersani alle primarie. Sarebbe andata diversamente se il candidato premier fosse stato Renzi?
Matteo ha un’efficacia mediatica maggiore, e oggi vincere le elezioni con un leader che non sa comunicare è un’impresa quasi insormontabile. Però Renzi non avrebbe risolto le vere questioni politiche che il Pd deve affrontare. Grillo paradossalmente può.

La sua Puglia ne è uscita male: deluso dalla vittoria del Pdl?
È andata molto meglio rispetto al passato. Di solito prendiamo botte da orbi, perdiamo con 20 punti di scarto. Questa volta la forbice è molto più sottile. E tanti voti sono andati ai grillini: dobbiamo lavorare con loro. In Puglia come in Italia. È l’unica scelta davvero democratica.

di Beatrice Borromeo
Twitter: @BorromeoBea

Da Il Fatto Quotidiano del 27 febbraio 2013

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