Il premier tunisino e segretario generale di Ennahda, Hamadi al Jebali, formerà un nuovo esecutivo di unità nazionale entro 24 ore. Lo affermano fonti ufficiali, alla luce dei violenti scontri in corso a Tunisi tra la polizia e i manifestanti che si sono riversati in strada dopo la notizia dell’omicidio di Chokri Belaïd, il segretario del Partito dei patrioti democratici. Il nuovo governo tunisino, secondo le intenzioni di Jebali, sarà composto da tecnici, con “competenze nazionali” che “non si presenteranno alle prossime elezioni”.

Durante gli scontri con i dimostranti, come ha fatto sapere il ministro dell’Interno, è rimasto ucciso un agente di polizia. L’agente, “Lotfi Alzaar, 46anni” è morto per le ferite al petto causate dal lancio di sassi nel corso di una carica della polizia per disperdere i manifestanti.

Belaïd è stato invece ferito questa mattina in un agguato mentre stava uscendo dalla sua abitazione ed è morto appena ricoverato in ospedale. I disordini si sono spostati dal ministero dell’Interno, su avenue Boughiba, alle strade vicine. Nella zona resta il fumo acre delle decine di lacrimogeni che le forze di sicurezza continuano a lanciare per cercare di disperdere i manifestanti, molti dei quali giovanissimi, che lanciano sassi verso gli agenti rimandando indietro le granate lacrimogene. Un imponente dispositivo di sicurezza è stato approntato a protezione della sede centrale di Ennahda, nel quartiere Montplaisir della capitale. Stesse precauzioni sono state adottate a protezione della casa di Rached Gannouchi, presidente di Ennahda.

Belaid è stato ucciso con quattro colpi d’arma da fuoco sparati da breve distanza. Circola già una prima confusa immagine girata con la video camera di un telefonino. Secondo quanto riferito da un portavoce del  ministero dell’Interno tunisino, Khaled Tarouch, l’uomo che ha sparato è fuggito a bordo di una motocicletta guidata da un complice. “Chokri Belaïd è stato ucciso oggi da quattro proiettili alla testa e al torace… i medici ci hanno detto che è morto. E’ un giorno triste per la Tunisia”, ha commentato Ziad Lakhader, leader del Fronte popolare.

Chokri Belaid era il leader di Watad ed era stato pochi mesi fa il protagonista del processo di unificazione di vari gruppi di quest’area altrimenti definita di sinistra “nazionalista” o non marxista. Parallelamente quest’area politica si era collegata al Partito Comunista dando vita a un nuovo soggetto politico federativo ovvero il Fronte Popolare. Per questa via Belaid era un importante esponente del Fronte popolare – la cui figura principale è il leader dei comunisti Hamma Hammadi – e oppositore del partito al governo, l’islamico Ennahda, che guida una coalizione nata con le prime elezioni post-primavera araba nell’ottobre 2011.

Il Fronte Popolare è diventato nei sondaggi degli ultimi mesi una sorta di “terzo polo” rispetto a quello islamista di Ennahda e a quello laico – borghese – bourghibista costituito da Nidaa tunes, nuovo partito nato su iniziativa dell’anziano ex presidente Caid Essebsi. Una alleanza politica o quanto meno elettorale tra Nidaa Tounes e la sinistra “radicale” del Fronte Popolare non si è ancora configurata ma potrebbe battere, o quanto meno raggiungere Ennahda.

Il primo ministro tunisino, Hamadi Jebali, di Ennahda ha ovviamente condannato l’omicidio di Belaid, sostenendo che sia un atto politico. “E’ stato un atto criminale, un attacco terroristico non solo contro la persona di Belaid ma contro tutta la Tunisia”, ha detto. “Il popolo tunisino non è abituato a questo genere di eventi, è uno sviluppo grave: il nostro dovere in quanto governo e in quanto popolo è di dar prova di equilibrio e di non cadere nella trappola di un criminale che vuole seminare il disordine”. Dal canto suo il presidente della Repubblica Marzouki ha sospeso la programmata visita in Egitto.

Spontanemente da metà mattinata è cominciata la protesta nella venue Bourguiba. Il ministero dell’Interno tusinino, su avenue Boughiba, è praticamente assediato da migliaia di persone che chiedono le dimissioni di Ali Laƒryedh al grido di “Chokri Belaid il nostro martire”. Le forze di polizia, fatte arrivare in gran numero, si sono dispiegate a protezione del palazzo, stendendo altro filo spinato rispetto a quello già presente e che isolava il ministero. Non ci sono rivendicazioni dell’attentato. Nel frattempo le opposizioni presenti nell’Assemblea costituente hanno deciso di far dimettere tutti i loro rappresentanti e hanno annunciato che il giorno dei funerali sarà indetto uno sciopero generale che paralizzerà tutto il Paese. La giustizia tunisina inoltre si fermerà per due giorni in segno di protesta visto che Belaid era un apprezzato avvocato penalista. Gli analisti di Al Jazeera non escludono che l’agguato possa essere una provocazione di agenti dell’ex regime di Ben Ali. Ma per chi scende in piazza l’attentato nasce dalle pieghe dell’oltranzismo islamista e in ogni caso il governo viene ritenuto responsabile.

Aggiornato da Redazione web alle 19.04

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