“Attacchi oltre ogni limite”. Non fa nomi, né cita circostanze il procuratore capo di Milano, Edmondo Bruti Liberati, ma appare chiaro il riferimento del primo pubblico ministero allo scontro avvenuto in aula a Milano solo ieri tra l’aggiunto della Dda Ilda Bocassini e l’avvocato Niccolò Ghedini durante il processo Ruby per l’assenza ingiustificata della ragazza marocchina che avrebeb dovuto testimoniare citata dalla difesa. La Procura di Milano “si è attenuta alla linea di non replicare ad attacchi che provengono da imputati o da esponenti pubblici, anche quando (e purtroppo è capitato) apparissero superati i limiti della legittima espressione di opinioni pubbliche”. La riflessione è contenuta nella relazione introduttiva del procuratore che oggi ha illustrato il bilancio di Responsabilità sociale 2011-12. Un passaggio, ripetuto anche anche nelle pagine in cui si espongono i risultati raggiunti dal V Dipartimento distrettuale antimafia coordinato proprio da Boccassini.
Bruti però rimarca tutti i problemi della giustizia ambrosiana. Per esempio l’organico del personale amministrativo risulta scoperto per quasi il 30%. Si tratta per l’alto magistrato di una situazione “drammatica, che non ha eguali in altri Tribunali e che in futuro non si potrà reggere”. Su un organico di 379 persone sulla carta, infatti, la “forza” effettivamente impiegata è di 263 unità. Per quanto riguarda, invece, la “scopertura” dei sostituti procuratori, Bruti Liberati ha chiarito che tocca il “10%”, ma il vero problema “è la drammatica situazione del personale amministrativo al 28%”. Se, ha aggiunto Bruti, “non si attiverà la mobilità del personale in esubero negli enti locali milanesi con decisione del Ministero la situazione a Milano non si potrà reggere”. Intanto i ‘bersagli’ delle intercettazioni della Procura di Milano sono diminuiti in 3 anni del 42%, un dato che smentisce le “teorie allarmistiche” sulle captazioni a tappeto ha spiegato il procuratore. La diminuzione quasi della metà dei ‘bersagli’ dimostra che non si può dire, come si sente dire, che “siamo tutti spiati”.
In tempi di criminalità economica e finanziaria sempre agguerrita per “rendere più snelli e operativi i rapporti” tra loro la Consob e la procura di Milano hanno siglato un protocollo. Il protocollo è stato firmato con Giuseppe Vegas, presidente della Consob, e Francesco Greco, procuratore aggiunto a capo del pool economico. La collaborazione tra la Commissione che vigila sulla Borsa e la procura milanese “è una prassi già instaurata da molto tempo che ora viene cristallizzata in un documento”, ha detto Vegas, spiegando che “può essere replicato anche in altre procure, penso a quella di Roma”. La crisi, del resto, non si arresta e il numero dei fallimenti aumenta in modo esponenziale: il totale dei fallimenti dichiarati dal gennaio 2008 al 29 ottobre 2012 è di 2.922. La variazione percentuale, dal 2008 al 2011, è del 132,48%. I procedimenti penali per bancarotta crescono conseguentemente. I fascicoli iscritti nel 2009 per bancarotta fraudolenta sono stati 302, cresciuti nel 2010 a 537 (+77%) e nel 2011 a 730.