“Il mio locale è stato un campo di guerra: è stata un’azione paramilitare”. A parlare è Marco Manzi, uno dei titolari del Drunken Ship, il pub di Campo de’ Fiori a Roma dove ieri notte si è scatenata la furia di alcune decine di presunti ultras della Lazio contro i tifosi inglesi del Tottenham. In un locale completamente devastato, il proprietario ha raccontato lo svolgimento dell’aggressione: “Erano una quarantina circa, con caschi, volti coperti, con tutte le ‘attrezzature’ pronte per l’operazione: avevano addirittura il gas urticante. Abbiamo avuto la sensazione che fossero tutti molto giovani”. Il blitz, spiega Manzi, è stato preparato con cura: “Il nostro barman ha provato ad abbassare le saracinesche ma non ha fatto in tempo, i teppisti sono entrati a tenaglia e hanno stretto gli inglesi verso il fondo del locale, poi gli hanno lanciato di tutto”. Dentro al Drunken Ship la rissa è durata una decina di minuti, ma gli italiani hanno inseguito le vittime fuori dal pub: “Quando i tifosi sono riusciti a uscire, sono stati seguiti nelle vie intorno alla piazza, l’accoltellamento più grave è avvenuto qui dietro, su via dei Cappellari”. Grandi assenti, in una delle piazze della Capitale più esposte alle violenze, le forze dell’ordine: “Qui si fa ‘sicurezza mediatica’ – accusa il proprietario del Drunken Ship – Si fanno ordinanze contro l’alcool che non sono servite a niente. Le pattuglie ci sono solo nel fine settimana, poi succedono fatti del genere senza che intervenga nessuno. In pieno centro di Roma, i teppisti hanno fatto quello che volevano”  di Tommaso Rodano

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