A un mese dalla proposta choc del ministro Profumo (le famose 24 ore) che ha messo in allarme il mondo dei prof e a una settimana dagli atti (modifica in commissione Cultura e bilancio) che ne hanno preannunciato il prossimo dissolvimento, restano nella scuola le conseguenze di questo atto mancato. Tra scioperi, assemblee sindacali, collegi autoconvocati, manifestazioni e assemblee studentesche il ministro Profumo ha causato più danni, in termini di perdita di ore di lavoro e di studio, della peggiore influenza stagionale.

In un sol colpo è anche riuscito a rinvigorire quella parte di società che vede la scuola e l’istruzione pubblica come un inutile spreco presentando la questione in modo subdolo: non di ore di insegnamento frontali bisogna parlare, infatti, ma delle ore a corollario dell’insegnamento che (siano 6, 10 o 40 alla settimana) comporterebbero, qualora fossero trascorse a scuola, la necessità di rivedere e ampliare completamente i nostri già fatiscenti spazi scolastici per dare la possibilità a tutti i docenti non solo di essere fisicamente in istituto ma di avere anche uno spazio dove lavorare.

Ma sarebbe una riforma che non ridurrebbe affatto la spesa, anzi; e dunque meglio buttare lì una proposta provocatoria, in completa violazione del contratto nazionale, arrogantemente unilaterale; meglio produrre sdegno che ragionamenti, magari approfittando del polverone per far passare qualche finanziamento in più per le scuole private.

Il fumogeno lanciato da Profumo all’interno della scuola pubblica ha inoltre inevitabilmente prodotto, non credo solo nella mia scuola, un inasprimento dei rapporti tra colleghi, tra docenti e presidenza: ci si è trovati, per reagire in qualche modo, ad assumere atteggiamenti anche intransigenti rischiando di compromettere rapporti collaborativi.

Il fumogeno lanciato da Profumo ha innalzato la tensione nelle scuole e nelle piazze, saldando l’indignazione dei docenti alle sacrosante richieste degli studenti: i risultati si sono visti negli scontri di Roma. Il fumogeno di Profumo ha agitato i manganelli degli agenti.

Il fumogeno di Profumo ha la stessa carica ipocrita di quelli piovuti dalle finestre (andiamo ragazzi, siamo tutti cresciuti a pasta e moviola!) del Ministero di Giustizia sulle teste dei giovani studenti italiani: un gesto vigliacco.

Certo, se poi un domani il ministro Severino ci spiegherà che Profumo, in realtà, non ha consegnato nelle mani di Monti la famosa proposta delle 24 ore ma si è trattato di un fortuito rimbalzo (Profumo è inciampato e le pagine della sua pratica si sono sparpagliate per la stanza finendo, alcune di esse, casualmente nella cartelletta di Monti) allora potremo cominciare a guardare al ministro Profumo in modo diverso, come a un simpatico pasticcione, passato lì per caso.

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