Fra le discutibili misure fiscali, il redditometro ha lo scopo dichiarato di combattere l’evasione ma rischia di essere una vessazione per tanti virtuosi. In primo luogo, indurrà una spontanea riduzione delle donazioni alle Onlus, donazioni che considera come indicatore di benessere economico, e poi mostrerà una realtà falsata, come si può capire considerando il caso di tre famiglie tipo.

Gli Spenderelli, impiegati di medio livello, ogni mattina fanno colazione al bar: 20 euro. Poi comprano tre riviste e tre pacchetti di sigarette: altri 20 euro. Continuando con questa impostazione anche per altre spese, in sé modeste, spendono 20-30.000 euro che però, essendo frammentate, il fisco non vedrà mai. Vedrà anzi una famiglia che, non mettendo mai da parte nulla, non farà spese eclatanti e non potrà mandare i figli all’università.

I Privilegiati vivono nella villa intestata alla società di famiglia, usano l’auto di grossa cilindrata della società, lo yacht della società, con personale pagato dall’azienda, etc etc. Quindi usano beni di lusso ma al fisco non risulta, perché le fatture sono intestate alla società e le spese personali inserite nel redditometro appariranno compatibili con il loro reddito alto.

I Formichini, piccolo impiegati, lavorano da mane a sera, risparmiando su tutto e fanno ogni riparazione, abito, pietanza e regalo in casa, come usava una volta. Ogni anno però, con i 10.000 euro risparmiati, si concedono un viaggio all’estero con scopi culturali e, anno dopo anno, accantonano una somma per l’università dei figli. Ovviamente il fisco li adocchia, chiedendosi come facciano a permettersi tanto con il loro modesto stipendio.

Come faranno i Formichini a dimostrare che i risparmi sono più che sudati e non ci sono entrate in nero? Ed è giusto che le tasse universitarie che hanno sudato per mettere da parte e che sborsano allo Stato costituiscano un indicatore di ricchezza che, unitamente ai viaggi annuali, li metterà nel mirino del fisco e quindi a rischio di essere bollati come evasori e di pagare ancora?

I Formichini, gli Spenderelli  e i Privilegiati li ho conosciuti davvero, e tanti, anche se con altri cognomi. Fra l’altro, in vari casi gli Spenderelli erano invidiosi dei Formichini, per il loro viaggio all’estero o qualche altra spesa vistosa, resa possibile da anni di risparmi, ed immagino cosa sarebbe accaduto se avessero potuto fare i delatori al fisco!

Ecco una delle ragioni per cui sono scettica sul modo in cui il fisco pensa di misurare il “benessere economico” delle famiglie italiane mentre si permette il lusso di concedere sconti significativi sulle ingenti imposte evase dai vari Valentino Rossi. L’altra ragione è che dovrebbe essere possibile farsi installare una protesi peniena o correttivi analoghi senza che un funzionario del fisco possa leggerlo dal nostro conto in banca.

Piuttosto, stabilire il divieto di intestare ville, appartamenti e natanti ad imprese che non trattino quello specifico settore commerciale permetterebbe di scovare chi davvero ha un elevato tenore di vita ma oggi evade le imposte vivendo a carico dello Stato, perché detrae rilevanti acquisti e spese dall’utile su cui vengono calcolate le imposte aziendali e ne scarica pure l’IVA, che tutti gli altri pagano al 100%.

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