Stamattina, finalmente, ho deciso che era giunto il momento di guardare l’infame video del tizio che definisce napoletani e cinesi (credo entrambi) puzzolenti. Non l’ho fatto prima perché, a volte, si sceglie di non rovinarsi l’umore con le proprie mani durante il weekend.

Per prima cosa, ho chiesto all’amica con cui condivido l’appartamento di dirmi, con onestà, se puzzavo. A prima mattina, prima ancora della doccia, la sua risposta è stata “no”. Oddio, lei è pugliese ma avendo vissuto, soprattutto, a Milano, dovrebbe avere il naso allenato a sentire le puzze di noi napoletani. Ma Mariangela ha detto no. E io le credo.

Assodato che non puzzo e che non puzzano i cinesi, ho varie considerazioni che mi frullano nella mente. La prima è che questo tizio, probabilmente, è arrivato a tenere un microfono in mano, pagato con i soldi pubblici, senza averne i meriti. Cosa che avviene il 90% delle volte non solo in questo settore ma un po’ ovunque nel paese. Che, infatti, barcolla pericolosamente verso livelli vergognosi. La seconda è che i tifosi, spesso, inascoltabili, mostrano un decoro assai superiore a quello del tizio con il microfono dimostrando che non si tratta di Nord e di Sud, di torinesi (amo Torino) e napoletani (i miei consanguinei) ma di idioti e non idioti. Categorie facilmente distinguibili, quelle sì, dalla puzza di stantio di battute volgari, inutili, tristi e nauseabonde.

Ho pensato anche che ora, sicuramente, qualcuno dirà che si trattava di una battuta (Balotelli King Kong docet) ma quelli con il microfono in mano, che non siano comici di professione che fanno i comici (e, dunque, uno sceglie se seguirli o no) devono pensare bene alle idiozie che vogliono spacciare per battute, perché gli italiani (e non i torinesi o i napoletani) non sono completamente stupidi. A volte si mostrano così per comodità e pigrizia, ma, quando vogliono, capiscono bene le cose. Il fatto poi, che il tizio con il microfono sia stato sospeso mi sembra un’altra battuta. L’idea che uno così possa a breve riprendere a fare un’attività che ha dimostrato di non saper fare e per la quale non è tagliato, è inopportuna. Il tizio con il microfono dovrebbe, da oggi, occupare il suo tempo a cercare un’altra attività, magari in un mercato ittico come riconoscitore delle “puzze” del salmone, del baccalà o del branzino.

A volte sogno un paese che abbia a cuore il suo decoro. Non per i torinesi o i napoletani ma per sé stesso. Il decoro. L’assenza di volgarità. Ma quello sarebbe un paese in cui arrivi a tenere un microfono in mano per meriti e in cui la scena politica, da un paio di decenni, non sarebbe monopolio di urlatori volgari che giustificano le proprie bassezze dicendo che gli altri sono peggiori. Se solo imparassimo a pretendere il meglio. Scomparirebbero di un botto tanti orribili figuri. E Beppe Grillo, con buona pace di tutti, tornerebbe a fare il comico.

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