La Lega di Roberto Maroni ha presentato questa mattina il programma definitivo degli Stati generali del Nord, la maxi convention di due giorni programmata per il 28 e 29 settembre al Lingotto di Torino. Un appuntamento che vedrà partecipare numerosi ospiti che assieme agli esponenti leghisti affronteranno tematiche care al neosegretario del Carroccio.

Confermate le presenze del ministro Corrado Passera e del presidente di Confindustria Giorgio Squinzi, già trapelate nelle scorse settimane. Accanto a loro altri nomi importanti della politica, della finanza e del mondo produttivo. Ci saranno infatti anche il vicepresidente della commissione europea Antonio Tajani, il governatore della Calabria Giuseppe Scopelliti, i governatori leghisti di Piemonte e Veneto Roberto Cota e Luca Zaia, l’economista Oscar Giannino, il segretario generale della Cisl Raffaele Bonanni, il presidente di Confartigianato Piergiorgio Guerrini, il presidente di fondazione Cariplo Giuseppe Guzzetti, il vicepresidente di fondazione Crt Giovanni Quaglia, il vicepresidente della Compagnia di San Paolo Giovanni Remmert e il vicepresidente di CariVerona Giovanni Sala.

Un parterre de roi che sviscererà alcuni temi in sei differenti gruppi di lavoro (a porte chiuse) organizzati venerdì. Si spazierà dal “nuovo welfare” alla “riforma fiscale, tra lavoro e sviluppo economico”, passando per il “Nord-Sud Europa”, “Giovani e futuro”, “infrastrutture materiali e immateriali”, per finire con “Identità, storia e culture”. Gli stessi temi verranno poi declinati per il pubblico nell’arco della giornata di sabato, quando Maroni presenterà il “Manifesto del nord”, un documento tramite il quale la Lega vuole fornire una risposta alle (supposte) domande del Nord, individuando “soluzioni concrete ai problemi concreti che non possono essere risolti con vecchie soluzioni”. Insomma, un confronto per far nascere nuove idee e nuove sinergie attorno alla Lega, che vuole apparire nuova, ingranando una marcia diversa, cercando di coinvolgere la società, le categorie economiche, sociali e produttive del Nord per apparire come un interlocutore nuovo e finalmente credibile.

L’obiettivo della due giorni torinese è di “restituire centralità alla questione settentrionale nell’ambito del dibattito politico ed economico e trovare soluzioni innovative e applicabili concretamente”. Un modo, per la Lega, di cambiare paradigma e iniziare ad interloquire con i poteri forti del territorio, con l’obiettivo di liberarsi dalla maschera in cui è rimasta intrappolata dopo anni di celodurismo e di politica urlata.

Dal programma della due giorni, definita da Maroni come “l’appuntamento più importante dopo il congresso federale”, si intuisce tutta la volontà del Carroccio di creare una scollatura netta con il passato del partito. Tra gli ospiti infatti non c’è traccia del presidente Umberto Bossi né di nessun altro nome legato alla vecchia nomenklatura. Maroni, forse anche per mettersi al riparo dalle inevitabili critiche interne, ha spiegato che “agli Stati Generali del Nord la Lega è presente per ascoltare, non per discutere”, come a voler sminuire il peso delle assenze, confermando però che la “nuova” Lega vuole mettersi a sentire ciò che hanno da dire tutti gli ospiti che si incontreranno al Lingotto “accomunati – come hanno spiegato gli organizzatori – dalla consapevolezza che il Nord possiede le risorse necessarie per superare le attuali difficoltà e dimostrare, ancora una volta, di poter vincere anche le sfide più difficili”.

Dall’organizzazione assicurano che in sala verrà mantenuto un profilo altamente istituzionale. Ad assistere al dibattito saranno solo imprenditori del nord ed esponenti del mondo della politica: sindaci, parlamentari, consiglieri regionali. Nessuno spazio per striscioni, bandiere, campanacci, corna e fischietti. I militanti dovranno accontentarsi di seguire a distanza i lavori degli stati generali, dalla vicina festa della Lega Nord Piemonte.

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