La luce in fondo al tunnel della crisi. Anche il ministro dello Sviluppo Economico, come il primo ministro Mario Monti, la vede. Corrado Passera, a margine del suo intervento al meeting di Comunione e Liberazione a Rimini,  conferma l’ottimismo del premier: “Sì, la vedo l’uscita dalla crisi”. Ma questo spiraglio non viene neanche lontanamente intravisto dai sindacati che proprio da Rimini rispondono al governo con toni che fanno capire che sarà un autunno caldissimo. Per Luigi Angeletti segretario Uil l’ottimismo del Professore è “assolutamente infondato”. Per accelerare il cammino verso la soluzione dei problemi, Angeletti suggerisce al Governo di “trovare il coraggio di usare la sua ‘anomala’ maggioranza per ridurre in maniera significativa il costo della politica”. Il segretario Uil vede nero e prevede una “recessione peggiore del 2012” e un autunno “per nulla piacevole”, “perché quando ci sono così tanti disoccupati adulti, che hanno famiglia, significa che il Paese sta andando allo sfascio”. E accanto alle sue riflessioni ci sono quelle dei rappresentanti delle le altre sigle. Per Raffaele Bonanni, numero uno della Cisl, “il Paese è in una situazione disastrosa. Credo che la fine della crisi la vedremo solo quando tutti tireranno da una sola parte per affrontare i nodi che abbiamo di fronte”. Anche la Cgil “non vede l’uscita dal tunnel” e il segretario confederale Elena Lattuada lo spiega così: “I dati nostri e di Confindustria ci dicono tutto il contrario. Il numero dei disoccupati rischia di crescere così come il numero delle imprese che chiuderanno“.

La Cgil, dice Elena Lattuada, fa fatica “a comprendere dove il Governo veda l’uscita dalla crisi. La fine non si intravede, non so da quale dinamica economica si possano fare affermazioni” come quelle di Monti. Per la dirigente sindacale si prospetta un autunno “complicato per le molte vertenze ancora aperte. E’ necessario sostenere il sistema industriale che è in grave difficoltà per permettere al Paese di riprendersi”. Secondo Bonanni si deve anche attuare una politica che favorisca la coesione sociale “che porti al coinvolgimento delle autonomie locali e delle parti sociali in veri e propri progetti per l’aggressione dei problemi che non ci fanno uscire dalla crisi: dall’energia alle tasse, dalle infrastrutture ai servizi alla pubblica amministrazione”. Senza la concertazione, spiega, “non c’è alternativa perché porta alla coesione sociale”. E’ indispensabile, sottolinea ancora, per non lasciare spazio alle lobby e ai poteri forti che “ancora detengono monopoli nascosti e interessi contrari a quelli generali”. 

Angeletti ricorda che “anche in primavera ci avevano detto che la crisi sarebbe stata lieve, momentanea. Invece è stata dura. Stiamo perdendo centinaia di migliaia di posti di lavoro e ogni giorno chiudono venti imprese. La via d’uscita – sottolinea – comincerà a vedersi quando le imprese invece di chiudere apriranno e quando i disoccupati invece di aumentare diminuiranno”. Per accelerare il cammino verso la soluzione dei problemi, spiega, “il Governo dovrebbe trovare il coraggio di usare la sua ‘anomala’ maggioranza per ridurre in maniera significativa il costo della politica: abolire le Province, eliminare il 90% delle aziende pubbliche e ridurre il numero dei Comuni”. Queste misure, “insieme alla lotta all’evasione”, consentirebbero “di trovare risorse per ridurre le tasse e ridurre i tempi della recessione”. Per il numero uno della Uil, però, il Governo “non ha la forza, il coraggio o la voglia per ridurre sul serio i costi della politica“. “Vorrei che il governo avesse il coraggio di fare anche qualcosa che i partiti non gradiscono”, conclude commentando gli elogi fatti dal premier alla maggioranza. “Non mi interessa che faccia cio’ che dicono i sindacati – precisa -, ma dico che Monti è al Governo e deve risolvere il problema della spesa pubblica che aumenta sistematicamente grazie anche alle decisioni della politica”.

 

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