E’ il giorno dell’audizione in commissione alla Camera, sulla vicenda dell’Ilva di Taranto, del ministro dell’Ambiente Corrado Clini dopo le polemiche infuocate degli ultimi giorni. “E’ evidente la divergenza tra il programma avviato dal governo e le amministrazioni locali, con il coinvolgimento dell’azienda, dalla decisione del Gip” ha spiegato il ministro riferendosi all’ultima decisione del gip Patrizia Todisco con il blocco della produzione e la revoca della nomina a custode del presidente Bruno Ferrante

“La linea del governo è molto semplice. Noi proseguiamo nella procedura per il riesame dell’autorizzazione integrata ambientale, che intendiamo concludere entro il 30 settembre 2012”. Il 3 agosto scorso il Consiglio dei ministri ha approvato d’urgenza un decreto della bonifica con lo stanziamento di 336 milioni di euro. “Nell’istruttoria è coinvolta la Regione Puglia – ha spiegato – ma anche l’Ilva. Gli obiettivi riguardano da un lato l’integrazione del 4 agosto, con il monitoraggio delle emissioni e dei fenomeni di slopping (nube rossastra), gli interventi sulle cokerie e sui parchi geominerari che sono la sorgente della polverosità diffusa”. 

Per il responsabile del dicastero dell’Ambiente sostiene che non ci siano conflitto con il Tribunale di Taranto. Nessuno scontro con la magistratura, ma deve essere chiaro che “in Italia nessuna legge attribuisce il compito di monitoraggio ambientale e di rilascio delle autorizzazioni all’autorità giudiziaria. Va detto con estrema chiarezza che in Italia come in tutta Europa le autorità competenti nel dare le autorizzazioni” alle attività produttive e “nel monitoraggio ambientale e sono identificate dalle leggi e dalle direttive europee e nessuna di queste, dico nessuna, attribuisce tale compito all’autorità giuidiziaria, questo deve essere molto chiaro perché senno’ si rischia di creare l’incertezza sull’affidabilità dell’Italia nei confronti degli investimenti esteri”. La Presidenza del Consiglio sta valutando se sollevare il conflitto di attribuzione alla Corte Costituzionale (come ipotizzato solo ieri dal sottosegretario Antonio Catricalà), ma la finalità è chiarire i termini dei ruoli non aprire un conflitto con la magistratura. “Non è un tema riconducibile allo scontro ma – argomenta il ministro –  a fare chiarezza sui ruoli, responsabilità e competenze”. Con l’incertezza sui ruoli generata dall’azione della procura “è a rischio l’intero sistema industriale italiano. La finalità dell’azione del Governo verso la magistratura, con il possibile ricorso alla Consulta che stiamo valutando, è stabilire i ruoli rispettivi, non di aprire un conflitto. Infine l’auspicio: “Ci incontreremo con il 17 agosto con le autorità locali, le imprese e la Regione Puglia e mi auguro anche con la Procura mentre il 20 agosto a Roma ci sarà la riunione della commissione istruttoria per concordare il calendario dei lavori da qui alla fine del mese di settembre”. 

L’audizione di Clini ha anche una scia politica poemica. La Lega Nord ha diserta l’audizione e ha accusato il governo di essere “meridionalista” , mentre l’Idv con il senatore Felice Belisario ne chiede le dimissioni. “Clini non è il ministro dell’Ambiente, è il ministro contro l’ambiente. I disastri ambientali italiani degli ultimi 20 anni, Ilva compreso, hanno tutti il suo nome e cognome”.

Intanto il 4 settembre prossimo partirà l’esame in commissione ambiente della Camera del decreto legge sull’Ilva. Ad annunciarlo il presidente della Commissione. Ci saranno dunque due mesi di tempo per convertire il legge il provvedimento del governo.

Articolo Precedente

L’agonia del fallito di Ragliaset

next
Articolo Successivo

Spending review, Napolitano al governo: “Interventi socialmente sostenibili”

next