Indignarsi è troppo facile, il difficile è costruire relazioni diverse. Anche con la finanza.

Quando Lewis Carroll faceva porre alla sua Alice una domanda fondamentale: “Vuoi dirmi che strada dovrei prendere per uscire da qui?” Dipende molto da dove vuoi andare” le rispondeva uno dei personaggi.

Noi vogliamo andare ‘oltre lo spread’ e percorrere una strada maestra per le quale la finanza possa veramente tornare ‘tra noi’, con impegni virtuosi di migliaia di miliardi di dollari in ‘Investimenti Responsabili’.

Perché percorrerla ci condurrà verso aziende innovative ed un futuro sostenibile.

Utopia? Partiamo dai numeri:

Abbiamo 11 miliardi di fondi gestiti. Non valutiamo solo la performance finanziaria ma anche una ‘sovra’ performance legata ad indici di sostenibilità ambientale e responsabilità sociale. Nei nostri ‘team di valutazione’ abbiamo anche manager nonprofit, in grado di sollevare problemi socio-ambientali che ad altri potrebbero sfuggire”, ha detto Isabel Reuss per Allianz Global Investors, durante le giornate dell’Investimento Sostenibile e Responsabile organizzata dal Forum della Finanza Sostenibile.

Non parliamo di ‘etica’, ma come sottolinea Reuss, di investimenti più vantaggiosi:

Nel medio lungo periodo le aziende più responsabili sono quelle più performanti. Tramite un ‘filtro’ nel nostro sistema di rating, se una società ha bassi punteggi ‘socio-ambientali’, anche solo su un indice, non ci investiamo”.

Inoltre: migliore reputazione, minore conflittualità con gli stakeholders (lavoratori, consumatori, fornitori, istituzioni, comunità locali), maggiori risparmi, maggiore innovazione di prodotto e di processo: sono le altre voci in cui le aziende responsabili si distinguono.

Un trend, quello degli investimenti responsabili, di cui i mercati si sono accorti e che sta registrando una crescita progressiva e costante in Italia e in Europa, come afferma un dirigente non profit tra i più impegnati in questo campo, Davide Dal Maso:

Abbiamo appena siglato la carta dell’Investimento Sostenibile e Responsabile con le principali istituzioni bancarie (Abi, Ania, Assogestioni, Banche assicurazioni finanza) – evidenzia Davide Dal Maso, Coordinatore del Forum della Finanza Sostenibile – con l’auspicio di sensibilizzare in modo significativo verso le iniziative socialiL’obiettivo è quello di incentivare la trasparenza e rilanciare la fiducia nel settore. La percentuale di investimenti responsabili- a livello europeo – è ancora contenuto e si attesta fra il 5 e il 10% ma a questa tendenza si guarda con interesse soprattutto per quel che concerne l’investimento previdenziale (fondi pensione). Anche perché in perfetta linea con le direttive europee, incentrate su fattori ESG (ambientali, sociali e di governance).” conclude Dal Maso, impegnato a tutto campo anche presso Avanzi e Oltreventure.

Analizzando le cifre fornite dall’Ethisphere Institute, investire in etica è utile per qualsiasi azienda anche in periodo di recessione.

Dal 2008, infatti, l’indice Wme (World’s Most Ethical companies) è direttamente proporzionale alle valutazioni di Standard & Poor’s e segnala, nel 2011, una crescita del 10%.

Tutto può partire dal basso. Non sono solo i top manager nei grandi business centre a fare la differenza. Fonte di innovazione – attiva e partecipata – siamo prima di tutto noi con gesti concreti e strumenti bancari perfezionati che consentono di puntare su iniziative sostenibili, di pubblico interesse e moralmente irreprensibili.

Al termine del capitolo de “Alice nel Paese delle Meraviglie” all’affermazione “Dipende molto da dove vuoi andare”, Alice diceva: “Non importa molto dove”.

E, infine, le rispondevano: “Allora non importa quale strada prendi”.

E a noi, invece, importa dove vogliamo andare?

Ringraziamenti:

Interviste a cura di Antonella Andriuolo, ASVI Social Change

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