Le dichiarazioni di Mario Monti sulla possibilità di “sospendere per due o tre anni” il calcio malato, (con relativa marcia indietro: “Una battuta”) non sono passate inosservate a Uomo da marciapiede. Il tema è sentito e le reazioni dei passanti si dividono, ma l’opinione prevalente è contraria, anche perché “le priorità sono altre e prima si dovrebbe risanare la politica”. Ma tanti approvano, per “ripulire lo sport dal marciume”. Altri obiettano che la sospensione è irrealizzabile, perché il calcio è un sistema “che porta soldi e sogni” e comunque vanno tutelati gli appassionati e le persone che vi lavorano onestamente. Altri ancora propongono vie alternative, come pene più severe e maggiori controlli. C’è chi ha già abbandonato il calcio perché “non ha più nulla di sportivo”. E chi, al contrario, pur sapendo che molte partite sono truccate, non riesce a farne a meno. Ma su un punto le opinioni dei più convergono: con la sospensione si rischierebbe la sommossa popolare, perché – dice più di una voce – il calcio è una valvola di sfogo, se non “una pillola per addormentare gli italiani” di Piero Ricca, riprese e montaggio di Claudio Cecconi

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