Alla fine è il parlamentare Pd Stefano Esposito a mandare “affanculo” i grillini. E lo fa platealmente, al Salone del libro di Torino, durante la presentazione del suo libro “Tav sì”, scritto a quattro mani con l’architetto Paolo Foietta. Risponde alla domanda di una ragazza di Bra, che interviene dal pubblico: “Come si concilia quel che dite, di voler svelenire il clima, con gli insulti di Esposito su facebook o i calci che il primo maggio il servizio d’ordine del Pd ha dato a chiunque osasse contestarli?”.

La risposta di Esposito suona forte e chiara: “Se qualcuno mi scrive che sono un noto ‘ndranghetista che finanzia l’attività della Torino-Lione perché sono pagato dalla ‘ndrangheta, per essere fini lo mando a fare in culo. Perché se me lo trovo davanti, non ci sono dubbi, si prende uno schiaffone, perché la mia dignità è superiore a qualsiasi discussione”.

Volatilizzato così, in uno scambio di battute, il ripetuto appello al dialogo che Foietta aveva cercato invano di lanciare durante tutta la presentazione. “Alla sinistra non piace il pensiero unico – aveva detto l’architetto, dirigente della Provincia di Torino – possiamo discutere, ma non vogliamo che esista una sola narrazione No tav”. Il riformismo, ha aggiunto il tecnico, ancora più importante in un periodo in cui “si è più abituati a menar le mani”.

La posizione del Pd, espressa da Esposito, resta comunque netta: nessuna vicinanza al movimento No tav né alle sue rivendicazioni. Costi anche qualche sconfitta elettorale come quella appena registrata nel comune di Avigliana. “Alle ultime amministrative in val di Susa abbiamo sancito un principio. Il Partito democratico non si allea con i No tav e con i partiti che sostengono il movimento no tav. Chi attacca Caselli e chiede che chi sta in carcere venga liberato, non può stare con noi”.

A salutare la presentazione, dichiarando il proprio sostegno agli autori, anche il presidente della Provincia di Torino, Antonio Saitta, che dal palco dice di “condividere totalmente” i contenuti del volume. “Non è vero che c’è un forte consumo del suolo per le infrastrutture – esordisce – anzi il problema è che non se ne fanno. Per fare la Tav verranno occupati solo 14 ettari di terreno, mentre nella provincia di Torino si consumano 800 ettari di terreno l’anno per le costruzioni residenziali”. Saitta cita anche Cavour “quando volle fare il tunnel del Frejus fu duramente contestato. Succede ad ogni passo in avanti”.

In sala un notevole dispiegamento di polizia e gran parte del quartier generale di Provincia e Pd piemontese, fino al Commissario del Governo per la Tav, Mario Virano.

Da oggi il libro “Tav sì”, che contiene la prefazione di Pierluigi Bersani, è disponibile su internet. “Un libro di risposte su cui mettiamo la faccia”, ha spiegato Foietta. Ma che, dice Esposito, rappresenta solo l’inizio della battaglia. “Fra qualche settimana faremo sapere chi sono i 300 docenti che hanno firmato l’appello a Monti. Il nostro è un libro che si scarica gratuitamente – ci tiene a precisare – al contrario dei molti libri No tav che fanno business. Noi ce lo siamo pagati e lo distribuiamo gratuitamente”.

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