Come omaggio al 25 aprile avevo già scritto un post, giorni fa, qui sulla piattaforma de Il Fatto.

Quello che segue, invece, è un post che scrissi sul mio blog (personale) il 25 aprile del 2008.

Credo che il miglior modo per rendere omaggio alla resistenza sia raccontarla. Nel bene ma anche nel male.
Le belle pagine, e le pagine della vergogna.
E le pagine che, io spero, debbono ancora essere scritte: sulle bande partigiane degli anarchici e dei trotzkisti, pr esempio. I rimossi dalla sinistra stalinista, insomma.
Mi piace rileggere Fenoglio, il suo raccontare la resistenza, senza retorica.
Mi piace leggere la storia dei fratelli Cervi, I miei sette figli, di Alcide Cervi: era il libro che lesse mia madre prima di partorire me. Lo portò con sé all’ospedale, ma lo nascose: le suore non tolleravano libri comunisti.

(Questo libro, che mancava alla mia libreria, me l’ha appena regalato un vecchio partigiano).
Mi piace riparlare di un libro, ora, senza link o citazioni, a memoria: L’ausiliaria e il partigiano di Massimo Novelli, edizioni Spoon River.
Una storia vergognosa per la lotta di Liberazione. Una ragazzina, una liceale, che, quando Torino ormai era liberata, fu rinchiusa, violentata, poi uccisa.
Mi piace ricordare che questa ricostruzione l’ha fatta uno scrittore, figlio di un partigiano.
Non solo, scrivendo(ne) Novelli (giornalista di Repubblica) ripensa a suo padre, studente del Liceo D’Azeglio di Torino, e a Marilena Grill, studentessa pure lei, lì, stessa scuola.
Il padre di Novelli, partigiano a sedici anni.
Marilena Grill, ausiliaria che credeva nella Patria e nel duce, morta ammazzata a sedici anni.
Ma non fu uccisa da un’idea deviata o folle, Maddalena.
Fu uccisa dal branco.
La vera resistenza, sempre e dovunque, è star lontani o, se si riesce, opporsi al branco e ai capobranco, urlatori.
Prima che Maddalena fosse uccisa un uomo, un partigiano, cercò di ribellarsi al branco, di dire (m’immagino) ma siete pazzi, questa è una bambina?
Rischiò di morire pure lui, insieme a lei.
Lui sì, un eroe vero. Il partigiano.

Articolo Precedente

I colori della vita

next
Articolo Successivo

Ricordiamo anche quei ventenni!

next