Non bastavano gli sversamenti delle fogne in mare e la crisi economica che costringe gli albergatori ad abbassare i prezzi. A dare un giudizio ampiamente negativo sul turismo della riviera romagnola ci pensa direttamente la giunta del governatore dell’Emilia Romagna Vasco Errani che, nel documento dove si delineano le linee guida sul turismo 2013, sferra un colpo mortale a tutto il litorale vacanziero da Comacchio a Misano Adriatico.

“L’offerta balneare soffre di un sistema ricettivo che necessita di una complessa azione di ridefinizione strutturale”, si legge nel piano approvato dalla giunta il 16 aprile scorso, “anche perché collocato, soprattutto nell’area sud della riviera, in un ambiente urbanistico che, se da un lato garantisce ampiezza di opzioni, dall’altro si sta allontanando dall’immagine di luogo di vacanza sostenibile, rilassante, rigeneratrice“.

Insomma, tra il lungomare e il bagnasciuga della Riviera, secondo la Regione, regna il caos, ci si innervosisce e soprattutto, pare di capire dal sibillino messaggio della delibera regionale, c’è parecchio cemento e poco verde. A tutto ciò si aggiunge che “la maggior quota dei servizi all’ospite manca di caratteristiche di innovazione e sperimentazione“.

E se per la Romagna sembra una debacle, viale Aldo Moro non risparmi nemmeno le strutture ricettive e i luoghi turistici dell’Appennino emilianoromagnolo: “L’offerta dell’Appennino è quella che, più di ogni altra, soffre la crisi. La stagione invernale si chiuderà con indicatori estremamente negativi, in linea col livello nazionale, ma anche la prossima stagione estiva non si presenta sotto buoni auspici. Serve un cambio deciso di rotta verso l’innovazione totale del prodotto”.

Dai cahiers de doleances non vengono nemmeno risparmiate le città d’arte, fiore all’occhiello dell’intera regione: “Faticano a posizionarsi sul mercato al di fuori del segmento business perché il contesto cittadino non sempre ha seguito questa evoluzione con adeguati servizi e cultura imprenditoriale”.

A tutte le possibili critiche al settore si aggiungono anche taumaturgiche strategie di rilancio come per esempio la criptica “promozione all’estero attraverso l’utilizzo del brand o del prodotto più riconoscibile e affine su quello specifico mercato”. Anche se il passaggio della delibera che lascia esterrefatti molti addetti ai lavori non solo del settore turistico, ma anche più semplici operai e lavoratori di settori industriali come quello automobilistico che ha subito durissimi colpi proprio durante l’inverno 2011-2012 con la dismissione di molte fabbriche: “Bisogna puntare sugli eventi di sistema come la Notte Rosa, e sullo sviluppo della Motor Valley come destinazione turistica”.

“Le azioni previste nell’anno 2013 dovranno avere un respiro almeno triennale soprattutto se queste attività saranno rivolte ai mercati stranieri”, viene scritto nelle conclusioni del rapporto. Obiettivo principale: il turismo proveniente dalla Cina.

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