I giornali sono tutti concentrati sulla Rosi Mauro, sui bonifici alla scuola varesotta e sul pagamento delle multe del Trota, ma a me mancano le dichiarazioni di Maria Stella Gelmini (come ministro, Francesco Profumo è peggio e non ci si diverte nemmeno più). Per fortuna che c’è l’avvocato Ghedini: la sua vocazione al martirio di fronte ai microfoni rimane insuperata.
Quale altro avvocato avrebbe potuto dire a difesa del suo cliente che si trattava semplicemente di un “utilizzatore finale” di prostitute “e quindi mai penalmente punibile”? Geniale, soprattutto visto che gli “utilizzatori” (non solo finali ma anche parziali, provvisori, rapidissimi) di fanciulle minorenni sono severamente puniti dal codice (sennò non serviva far votare agli zombi in parlamento che Ruby era la nipote di Mubarak).

Un’altra performance memorabile fu quando Ghedini, per chiedere la conferma della costituzionalitá del cosiddetto lodo Alfano, disse: “La legge è uguale per tutti, ma non necessariamente la sua applicazione, come del resto già ribadito dalla Corte Costituzionale” (Sole-24 Ore, 18 giugno 2009). Naturalmente la Corte Costituzionale non aveva mai detto niente del genere e, dopo aver ascoltato Ghedini, decise immediatamente per la cancellazione della legge.

Ora il buon Niccolò, sulla cui futura carriera i compagni di corso a Giurisprudenza non avrebbero scommesso una banconota da 3 rubli, dovendo giustificare il versamento di 127 mila euro in quattro bonifici a Nicole Minetti, e ad altre due partecipanti alle “cene eleganti” di Berlusconi, si è lanciato: “E’ del resto assai usuale e non desta alcuna problematica che vi siano rapporti economici intercorrenti fra soggetti indagati o imputati e testimoni”.

“Usuale”, come no? Io ammazzo la moglie. Sfortunatamente il portinaio mi vede e mi arrestano. Prima del processo gli faccio un bonifico da 127.000 euro, dicendo: “E’ usuale dare la mancia al portinaio, a Natale”. Oppure: rapino una banca, bottino 1 milione di euro. Purtroppo i miei complici se la filano mentre io finisco in gattabuia. Prima del processo faccio un bonifico da 127.000 euro a tre di loro, dicendo: “E’ usuale contribuire alle spese legali di amici ingiustamente accusati”. Chissà cosa avrebbe detto Ghedini se avessero arrestato Jack lo Squartatore: forse gli avrebbe consigliato di fare un un bonifico da 127.000 sterline ai testimoni, attraverso la Bank of England.

Solo dei giacobini assetati di sangue potrebbero pensare che regalare qualche centinaia di migliaia di euro a delle testimoni di un processo in cui si è imputati costituisca, che so, corruzione, subornazione di testimone, intralcio alla giustizia o altre cosucce simili. Già, perché il problema è che Madame Minetti è testimone nel processo Ruby, dove Berlusconi come si sa è imputato. Quindi si potrebbe pensare, se fossimo dei crudeli agenti dell’FBI, che il ben noto trapiantato pilifero abbia un certo quale interesse ad addolcire il caffelatte delle tre testimoni (le altre due sono le gemelle De Vivo). Non per Ghedini: dalle sue parti è tutto “usuale”.

E’ bello avere degli amici. E’ bellissimo avere degli avvocati che ti difendono. E’ una cosa strafiga avere degli avvocati –amici che (dietro adeguata parcella) si buttano felici nel letame gridando: “E’ bellissimo! Ancora! Ancora!”. Ghedini, con i suoi 1.300.000 euro nel 2010 e 1.040.000 nel 2011, lo ha ampiamente dimostrato. Resta da vedere se gli avvocati-amici che si tuffano riescono anche a far assolvere il loro cliente quando non è più presidente del consiglio.

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