Abbiamo ancora nelle orecchie lo schiamazzo e lo sdegno che fecero seguito al monologo televisivo sulla mafia al Nord di Roberto Saviano. I mazzieri del conflitto di interessi che sedevano e siedono nel consiglio di amministrazione della Rai chiesero ed ottennero una puntata riparatrice, ospite il ministro Maroni.

Subito dopo tutti i tg, i gr e le reti dedicarono ore e ore di dichiarazioni agli esponenti delle “Ronde padane” che negavano persino la esistenza delle mafie in Lombardia e tanto meno laddove comandavano gli eredi del dio Po. Naturalmente erano e sono tutte balle. La mafia al Nord c’era e c’è, la Lega sapeva e Maroni pure, anche in quei giorni.

Le notizie di queste ore, l’inchiesta aperta su “Lega ladrona”, al di là degli aspetti giudiziari dei quali si stanno occupando i magistrati, getta un’ombra ancora più infamante sulle scelte censorie della Rai. In quel momento furono create le condizioni per espellere Saviano dalla Rai, considerato un ospite sgradito, aggredito dall’interno dell’azienda, insultato dal medesimo Berlusconi che avrebbe voluto strozzare con le sue mani “quelli che scrivono e parlano di mafia e sporcano l’immagine dell’Italia nel mondo..”.

Per questo abbiamo lanciato l’appello che vi invitiamo a sottoscrivere, indirizzato al consiglio di amministrazione Rai affinchè, prima di andarsene, chieda scusa a Saviano, lo richiami subito e magari di ritrasmetta il monologo contestato e contrastato, naturalmente a reti semi unificate.

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