Milano, Torino, Bologna e Cagliari.  Gruppi di manifestanti, con gli striscioni dei No Tav, sono scesi in piazza in queste città per protestare contro gli arresti effettuati dalla Digos di Torino (26 persone). Un centinaio di persone ha bloccato in serata la centralissima piazza Castello, nel capoluogo piemontese. La manifestazione cominciata con poche decine di giovani dei centri sociali di Torino, di attivisti No Tav  si è “ampliata” con la partecipazione di alcuni esponenti di Sinistra Critica, Rifondazione Comunista e Fiom. “La giustizia che ha portato a questo blitz – ha detto Renato Patrito, ex segretario provinciale di Rifondazione – è quella che tiene a casa Cosentino e porta in carcere persone eventualmente riconosciute per piccoli particolari nelle foto”. “Noi condanniamo ogni atto di violenza – ha detto Edi Lazzi, responsabile della Quinta Lega Fiom di Mirafiori – ma siamo qui perché non si deve confondere la violenza con il movimento pacifico dei No Tav. Noi – ha concluso – continuiamo a dire che la Tav è una spesa inutile per il nostro Paese”. A Milano, il cuore della protesta è stata l’università Statale: dopo un’assemblea che si è svolta di fronte all’Ateneo, i ragazzi hanno dato vita al corteo in solidarietà agli arrestati. Il corteo degli antagonisti, dopo una trattativa con le forze dell’ordine, si è diretto verso Piazza Fontana, alle spalle del Duomo, dove  il corteo si è sciolto, sotto gli occhi degli agenti di polizia. ‘La valle non si arresta, MilaNO Tav’ era lo striscione che capeggiava tra i manifestanti, che si sono dati appuntamento per questa sera sotto il carcere di San Vittore.

Tra i fermati per gli incidenti al cantiere della Maddalena a Chiomonte c’è anche uno studente 22enne di Belluno, iscritto alla facoltà di Scienze politiche di Bologna e attivista del Tpo. Il ragazzo, che ha partecipato al corteo in Val di Susa lo scorso 3 luglio, è stato raggiunto da un obbligo di dimora ed è accusato di resistenza all’arresto. Nel capoluogo emiliano un centinaio di militanti dei centri sociali e di alcuni comitati cittadini si sono radunati in piazza Nettuno per chiedere la libertà per gli indagati e la revoca delle misure eseguite nei loro confronti. Esposto anche lo striscione: “Val di Susa non si tocca. Alvise (studente di Scienze politiche, ndr) Libero. Liberi tutti”. Gli attivisti annunciano contestazioni anche lunedì, quando sarà consegnata al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano la laurea ah honorem in relazioni internazionali: “Se l’Università di Bologna dà la laurea honoris causa a Napolitano, deve darla anche a studenti come Alvise che difendono i beni comuni”, dicono gli esponenti di Tpo e Sadir.

Cortei anche a GenovaCagliari, dove una cinquantina di persone si è ritrovata davanti al Palazzo di Giustizia, sventolando le bandiere bianche del movimento. I manifestanti hanno detto di considerare “politico” e mirato a “dividere il movimento”, l’intervento della magistratura. A Napoli le forze dell’ordine hanno perquisito la sede di “Spazio Anarchico” e l’abitazione napoletana di uno dei destinatari di provvedimento cautelare, Alessio Del Sorbo, 28 anni, a cui la misura restrittiva torinese è stata notificata in carcere a Torino. Il 28enne era stato arrestato nelle scorse settimane nel capoluogo piemontese, perché doveva scontare una pena residua di due mesi per imbrattamento di edifici (sentenza emessa dal tribunale di Bologna).

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