In Rai censurano pure le parole. Come ha rivelato Il Fatto, proprio nella giornata contro l’Aids giravano direttive di Viale Mazzini per evitare che si pronunciasse la parola profilattico.

Come parlare di calcio senza poter dire pallone. La portavoce del ministro Balduzzi ha oggi smentito che la censura sia venuta dal Ministero della salute. Benissimo, ma ci aspettiamo di più. Ministro Balduzzi, lo dica lei: “Il profilattico è la migliore prevenzione contro l’Aids. Usatelo!”. A quel punto la Rai non potrebbe certo censurarla. Cosa altro dovrebbe dire chi, per funzione istituzionale, ha a cuore la salute dei cittadini? E pazienza che in Vaticano non siano d’accordo.

Quanto alla Rai, non sorprende che si arrivi sino al ridicolo da parte di un’azienda che da anni censura ogni dibattito che riguardi, insieme all’Aids, la libertà sessuale e le discriminazioni di genere. Non ricordo, infatti, che sulle reti della Concessionaria pubblica ci siano stati approfondimenti e servizi su coppie di fatto (ovvero un milione di famiglie, e fra queste tante unione omosessuali con e senza figli, che sono ancora senza riconoscimento giuridico), sessualità, prostituzione (fenomeno mai discusso se non in chiave moralistica o di ordine pubblico).

Proprio per questo, nell’ambito della campagna “InformeRai” rivolta a reclamare il diritto all’informazione sui temi cancellati dall’agenda televisiva, abbiamo predisposto una denuncia che ogni cittadino può inviare all’Agcom affinché ordini alla Rai di fare servizio pubblico anche su questi temi. Qui trovate la denuncia, basta un clic.

In attesa che il ministro Balduzzi esterni il suo parere, la migliore risposta a chi vuole una RaiVaticana è denunciarli rivendicando il diritto a poter dibattere delle questioni che riguardano la nostra vita.

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