Shopping americano per la Datalogic, fondata e controllata col 67% delle azioni dall’ingegnere bolognese Romano Volta.  La società bolognese attiva nel settore della tecnologia avanzata per la logistica (è uno dei principali produttori mondiali di lettori di codice a barre, di mobile computer per la raccolta dati) ha siglato un accordo per l’acquisizione della statunitense Accu-Sort Systems, attiva nel design, produzione, integrazione e manutenzione di sistemi di identificazione automatica.

Il prezzo concordato per l’acquisizione siglata ieri è pari a 135 milioni di dollari. “Datalogic”, si legge in una nota, “ha risorse proprie per poter finanziare interamente l’operazione e sono in corso negoziazioni con istituti di credito per la concessione di un finanziamento ponte di circa 120 milioni di dollari da convertire successivamente in un finanziamento a medio lungo termine”. Il perfezionamento dell’operazione, atteso nel primo trimestre del 2012, è soggetto alle normali condizioni di ‘closing’, fra le quali il rilascio dell’autorizzazione da parte della competente autorità antitrust statunitense.

“Con questa operazione – ha affermato Mauro Sacchetto, amministratore delegato di Datalogic – il gruppo raddoppia la propria presenza nel mercato dell’Industrial Automation posizionandosi nel segmento alto di gamma e migliorando notevolmente la sua posizione competitiva in un mercato molto frammentato e con forti potenzialità di crescita”.

Fondata nel 1971 e con sede a Telford in Pennsylvania, Accu-Sort Systems, ha registrato, nel 2010, un fatturato di circa 92 milioni di dollari. Forte di 250 dipendenti, uno stabilimento produttivo, due centri di ricerca – uno in Europa ed uno negli USA – e 8 uffici commerciali, la società della Pennsylvania, nei primi sei mesi del 2011, ha generato ricavi per circa 51,4 milioni di dollari con un margine operativo lordo di circa 11,3 milioni di dollari, pari al 22% dei ricavi.

L’ampliamento americano si aggiunge alle già difficili condizioni di permanenza dell’azienda bolognese sul suolo italiano. Nel maggio 2011 la Datalogic di Quinto, in provincia di Treviso, era stata chiusa improvvisamente lasciando a casa 95 dipendenti  a tempo determinato e più di 51 precari, per poi riaprire la produzione in Vietnam. Una decisione che aveva portato ad una reazione rabbiosa da parte dei dipendenti, costretti perfino all’occupazione della fabbrica e in segno di protesta a bruciare i loro camici da lavoro.

Ed è dall’estate scorsa che i dipendenti della sede di Bologna, dopo aver solidarizzato e scioperato con i colleghi di Treviso, stanno vivendo sulla loro pelle quello che è oramai diventata una palese delocalizzazione del gruppo Datalogic.

II quartier generale della società è a Lippo di Calderara di Reno, in Provincia di Bologna. Qui ha sede la capogruppo che definisce la strategia e garantisce il coordinamento delle tre principali controllate. Nel 2009 ha ricevuto l’Award, categoria Grandi Imprese, del “Premio Imprese per l’Innovazione” quale azienda che ha saputo crescere in Italia e nel mondo attraverso investimenti in innovazione. I numeri dell’innovazione del 2009: più di 30 nuovi prodotti, 70 brevetti, un nuovo stabilimento e un nuovo centro di ricerca a Saigon, in Vietnam, tappa fondamentale nel progetto di espansione mondiale, dopo Europa e Stati Uniti.

d.t.

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