Le autorità amministrative indipendenti, o autorithy, come l’Agcm (Autorità garante della concorrenza e del mercato), la Consob (vigilanza sulla borsa), l’Agcom (Autorità garante per le comunicazioni) e molte altre ancora sono state istituite per garantire che il controllo sui settori nevralgici dell’economia italiana fosse esente da ingerenze politiche. A tal fine sono previsti, ad esempio, meccanismi di garanzia, quali l’autonomia finanziaria, ed è stabilito che i vertici siano nominati – in genere – dai presidenti del Senato e della Camera dei Deputati, al fine di garantirne l’indipendenza.

Ma, oggi, è ancora reale questa indipendenza?

O forse la politica ha ormai messo le mani anche su tali autorità, confermando il ciclico riproporsi di meccanismi di creazione di organi finalizzati a limitarne l’ingerenza in settori nevralgici del Paese, ma che vengono inevitabilmente “colonizzati” dalla politica stessa, con l’unico effetto di determinare ulteriore spreco di risorse (stipendi, costi delle strutture, ecc.)?

In questo caso vi sarebbe peraltro l’aggravante di fornire una pseudo-legittimazione, di fatto, da un organo condizionato dalla politica. Qualche perplessità in realtà sorge, almeno nel vedere i nomi selezionati.

Da ultimo, il caso del consigliere di Stato catanzarese Antonio Catricalà, il quale, appena uscito dall’esperienza dell’Agcm, è stato nominato sotto-segretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri, in quanto, pare, uomo di fiducia del binomio Letta-Berlusconi.

Allora, viene da domandarsi, come è possibile essere considerato per anni l’espressione dell’indipendenza tecnica (pagata diverse centinaia di migliaia di euro l’anno) necessaria a garantire in modo imparziale l’operato amministrativo nel settore della concorrenza e del mercato e, il giorno dopo, divenire l’espressione dell’ex premier nel governo tecnico?

C’è qualcosa che non convince. Come  non convince nemmeno che alle Autorithy vadano, quali presidenti e componenti, i magistrati amministrativi, i quali, come categoria, sui provvedimenti di tali autorità indipendenti debbono decidere. Un evidente conflitto di interessi.

Che sia l’ora di abolire le autorithy (non più) indipendenti, almeno per ridurre i costi crescenti di questi organismi sempre più appetiti dalla politica?

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