Quasi duecentomila persone hanno chiesto asilo politico nei paesi industrializzati nei primi sei mesi del 2011. Per la precisione, le richieste sono state 198.300. Nello stesso periodo del 2010 erano state 19 mila in meno. La cifra è contenuta nel rapporto semestrale dell’Alto commissariato Onu per i rifugiati, diffuso oggi. L’Unhcr tiene sotto controllo il flusso di richieste di asilo e prevede che, entro la fine dell’anno, si potrebbe raggiungere la cifra di 420 mila richieste di asilo, il record assoluto degli ultimi otto anni, ma ancora lontana dal picco più alto mai registrato, il 2001, quando ci furono 620 mila richieste.

Il rapporto tiene in considerazione le richieste di asilo presentate attraverso i canali ufficiali in 44 paesi, di cui 38 in Europa. Il Vecchio continente riceve il 73 per cento delle richieste globali (144 mila) presentante tra il primo gennaio e il 30 giugno del 2011, con un aumento del 16 per cento rispetto al 2010. L’86 per cento di queste 144 mila richieste è rivolto a uno dei 27 paesi dell’Unione europea, che complessivamente ha visto un aumento del 13 per cento rispetto all’anno scorso. Con alcune differenze importanti, però.

L’Europa mediterranea, e in particolare Italia, Malta e Turchia, hanno avuto in totale 25.100 richieste di asilo nei primi sei mesi del 2011. Un aumento del 57 per cento. Secondo l’Unhcr non dipende dalle rivolte della Primavera araba che hanno sconvolto tutta la sponda sud, dalla Tunisia all’Egitto, ma dal maggior flusso di profughi africani sulle rotte verso l’Europa. Nei paesi del nord Europa e in Scandinavia, tradizionalmente molto accoglienti verso i rifugiati, c’è stato invece un calo molto sensibile: -11 per cento rispetto al primo semestre del 2010 e addirittura -27 per cento rispetto al secondo semestre dell’anno scorso.

Dati simili per Australia e Nuova Zelanda (-20 per cento) mentre è raddoppiato il numero di persone che hanno chiesto asilo politico in Giappone e in Corea del sud. In aumento anche le richieste in Nord America: 47.900 tra Usa e Canada, con un aumento del 25 per cento. Il singolo paese con il maggior numero di richieste rimangono gli Stati Uniti (36.400), seguiti a distanza dalla Francia (26.100), dalla Germania (20.100), dalla Svezia (12.600) e dalla Gran Bretagna (12.100). Questi cinque paesi messi assieme contano per il 54 per cento del totale. L’Italia, nonostante l’aumento registrato dall’Unhcr, si ferma a 10.900 richieste di asilo, con un aumento di 900 unità rispetto allo stesso periodo del 2010.

Per quanto riguarda i paesi di provenienza, il primo ‘produttore’ di rifugiati (per i paesi considerati in questo rapporto) è ancora una volta l’Afghanistan, con 15.300 richieste. Al secondo posto c’è invece la Cina (11.700) e al terzo la Serbia (10.300), che però è considerata anche tra i paesi di accoglienza è ha un presenza ormai storica di rifugiati sia dalle regioni serbe oggi in Croazia (Krajina) sia dal Kosovo. Al quarto posto c’è l’Iraq (10.100), seguito dall’Iran (7.600). Questi cinque paesi assieme pesano per poco meno di un terzo delle richieste dei primi sei mesi del 2011. E se una parte consistente dell’aumento di richieste dai paesi del Maghreb si può attribuire agli effetti delle Primavere arabe, il numero delle domande di asilo politico segnala il ‘malessere’ di alcuni paesi, come il Pakistan (+62 per cento rispetto ai primi mesi del 2010) e l’Eritrea (+60 per cento).

Commentando i dati del rapporto, l’Alto commissario Onu per i rifugiati Antonio Guterres ha detto che “il 2011 è stato un anno di crisi come non avevo mai visto da quando guido l’Unhcr, ma allo stesso tempo bisogna notare che l’impatto sui paesi industrializzati è stato molto più basso del previsto, perché la maggior parte dei rifugiati cerca accoglienza innanzi tutto nei paesi vicini”. Come a dire che, nonostante le paure di invasioni alimentate da campagne essenzialmente politiche, sono ancora i paesi del sud del mondo a sopportare il peso più grave delle crisi mondiali in corso.

di Joseph Zarlingo

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