Alessandro Del Piero

All’improvviso, inaspettata, la dichiarazione che chiude ufficialmente un ciclo. “L’unico legame con le recenti case della Juventus, il Comunale, il Delle Alpi, lo stadio Olimpico e lo Juventus stadium è il nostro capitano, Alessandro Del Piero, a cui io dedicherei un applauso, in quanto ha fortemente voluto rimanere qui con noi, ancora per un anno, il suo ultimo in bianconero”. Il presidente della Juventus, Andrea Agnelli, mette la parola fine al rapporto tra il club torinese e il suo giocatore simbolo Del Piero nel mezzo dell’assemblea degli azionisti chiamata ad ascoltare (e approvare) le ragioni di un bilancio negativo monstre (95,4 milioni di euro nel 2010-11).

Sia chiaro. Che il rapporto tra la Juve e Del Piero fosse destinato a concludersi alla fine del campionato in corso, era cosa nota un po’ a tutti. Lo aveva detto il giocatore, lo aveva sottoscritto la dirigenza bianconera. Ma che la pratica si risolvesse in tutta fretta e in questo modo, nel corso di un appuntamento istituzionale per formalizzare numeri, non carriere, ha preso un po’ in contropiede tutti, addetti ai lavori e colleghi di altre squadre compresi. Forse, ma qui si entra nel campo delle ipotesi che valgono fino alla loro smentita, anche lo stesso Del Piero, che per il momento ha deciso di non rilasciare alcuna dichiarazione a proposito. E non è detto che lo farà. Perché se è vero che tra il capo dell’azienda e il suo dipendente i rapporti sono sempre (o quasi) stati di grande complicità e collaborazione, va pure considerata la possibilità che l’uscita di Agnelli sia stata concordata.

Del Piero ha 37 anni, per poco meno di 20 è stata una delle bandiere della società bianconera con la quale ha vinto tutto e pure di più. Si diceva fosse finito già ai tempi della dittatura Capello (p.c., prima Calciopoli), ma i numeri e le prestazioni hanno sempre dimostrato il contrario. Anche quest’anno, 5 presenze e ancora nessun gol, ma voti in media ampiamente sopra la sufficienza. Insomma, lui, Del Piero, c’è e quando gioca si sente. Non pare prossimo al pensionamento, ecco, semmai ad un percorso di avvicinamento al domani che verrà, ma sempre in prima fila, da protagonista. E allora, perché scaricarlo in pubblico ad ottobre? Non si poteva attendere la fine del campionato per procedere con la separazione?

Nel dopo assemblea, Agnelli ha detto alla stampa che “è un riconoscimento dovuto a un grande uomo e un grande capitano”, ma c’è chi pensa che sia stato un modo per disinnescare la bomba prima che scoppiasse. Perché Del Piero è l’idolo della tifoseria, che lo considera un totem insostituibile. E allora, come fare? Per alcuni, mettere in chiaro le cose da subito, come ha fatto Agnelli, dire che Del Piero è un grandissimo ma a fine stagione andrà altrove. Punto. E poco importa di cosa succederà dopo. Alex dirigente? “Si vedrà”, la risposta. Con la speranza, tra le righe, che anche quest’anno il “numero 10” non faccia ricorso alle sue scorte di talento per mettere in fila giocate da fuoriclasse. Perché se capitasse, sarebbe proprio dura spiegare alla piazza che a 38 anni non c’è spazio per un campione che fa la ancora la differenza.

Le reazioni alla dichiarazione di Agnelli non si sono fatte attendere. Totti, capitano e bandiera della Roma, ha fatto sapere all’Ansa che “la felicità professionale di Alessandro viene prima di ogni altra cosa, ma affrontare la Juve senza Del Piero non sarà mai la stessa cosa. Circa 20 anni di sfide sportive sono tante, ognuno di noi le ha vissute sempre e solo con la stessa maglia”. Per Tacchinardi, ex gloria bianconera, sentito dalla Gazzetta dello Sport, “si poteva temporeggiare”. E sulla stessa linea di pensiero si inserisce il commento di Allegri, allenatore del Milan: “Siamo rimasti tutti sorpresi. Siamo solo ad ottobre e Del Piero stava facendo bene”. Il caso non è chiuso. Almeno fino a quando il capitano della Juve non dirà la sua.

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