Don Fernando Mariotti, il “prete col fucile”, non è più monsignore. Lo avevamo lasciato alle prese con un processo per detenzione illegale di armi. Allora, era lo scorso giugno, venne assolto perché non imputabile, ritenuto incapace di intendere e volere la momento dei fatti. Prima aveva lasciato dietro di sé una scia di questioni imbarazzanti. Quantomeno per il vestito che indossava. Debiti, cariche importanti e impensabili per un parroco di provincia, un tourbillon di affari che andava dal turismo all’arte all’imprenditoria immobiliare, oltre ad essere stato coinvolto anche nella vicenda Parmalat.

Già a suo tempo la strana aveva già fatto storcere il naso alla diocesi di appartenenza, quella di Ferrara-Comacchio, che si era vista costretta a revocare al sacerdote di 77 anni l’incarico di rettore della chiesa cittadina di San Domenico, dove è ricordato anche per un debito di 500 mila euro per rifare vetrate ed altri lavori mai pagati ad alcune imprese locali.

Da Ferrara le avventure di don Mariotti hanno raggiunto anche il Vaticano che fa sapere, attraverso l’Osservatore romano, che la Santa Sede gli ha tolto “le insegne e il titolo”. Una decisione che sarebbe da ricondurre “all’abuso di titoli ecclesiastici” da parte del sacerdote, che “vanta presunti legami con la Santa Sede – scrive l’organo ufficiale del Vaticano -, facendo anche credere di avere dignità episcopale. Si rende noto che, in data 8 aprile 2010, è stato revocato al suddetto sacerdote il titolo di cappellano di Sua Santità, con conseguente cancellazione del nominativo dall’Annuario Pontificio e interdizione dall’uso delle relative insegne e del titolo di monsignore”.

Non basta. “Si precisa, inoltre – continua l’Osservatore – che risulta del tutto abusivo ed illegittimo insinuare qualsiasi collegamento tra le Istituzioni della Santa Sede e le attività riconducibili a don Fernando Mariotti”. Il giornale non specifica quali attività e ai lettori è lasciata la curiosità di individuarle in mezzo alle cariche di cui si è fregiato in passato, quali senatore del Parlamento mondiale per la sicurezza e per la pace, priore della delegazione di Ferrara dell’Ordine Equestre del S. Sepolcro di Gerusalemme, archimandrita della Chiesa Melchita d’Oriente, ambasciatore della Santa Sede a Mogadiscio e presidente dell’Accademia Tiberina.

Alla voce del Vaticano si sovrappone quella dell’avvocato di don Mariotti, che affida alle agenzie una parziale rettifica a quanto scritto dall’Osservatore: “Don Mariotti è ancora presidente dell’Accademia Tiberina fondata nel 1813, non ha mai fatto credere di avere dignità episcopale e non sono state mai collegate le sue attività a quelle della Santa Sede”.

“E’ erronea – aggiunge il leale – la notizia su don Mariotti come Ambasciatore della Santa Sede a Mogadiscio, in quanto è stato indicato come persona addetta ai rapporti tra Somalia e Santa Sede e non il contrario, relativamente all’istituzione di scuole a lui intitolate. E infine il titolo di Archimandrita gli è stato conferito ufficialmente”.

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