Graziano Delrio, sindaco di Reggio Emilia al suo secondo mandato, fa il punto della situazione da neo eletto dell’Anci. Una elezione arrivata di fatto contro la volontà dell’establishment del Pd e del leader di Sel Nichi Vendola che avevano indicato nel sindaco di Bari Emiliano il candidato del Partito Democratico. Un vento che sta cambiando? Probabile. Sicuramente quelli che nel partito pesavano oggi non hanno così tanto potere. D’Alema, ovvio, ma anche Fassino e lo stesso Bersani.

Sindaco Delrio, la sua elezione a presidente dell’Anci è stato un segnale contro l’establishment del Pd da Bersani a D’Alema e Fassino ed anche a Vendola che avevano lanciato la candidatura del sindaco di Bari Emiliano?

Non è stata una elezione contro nessuno. C’era stato un dibattito dentro al Partito Democratico, tra i vari delegati. Alla fine è andata così. I sindaci hanno scelto. Il Pd ha messo nelle condizioni i sindaci di scegliere, noi andiamo avanti, siamo convinti che il risultato molto importante sia stata l’acclamazione all’unanimità in assemblea generale. Le polemiche che ci sono state e sulle quali mi sono già espresso riguardavano il tempo d’attesa, non la votazione del presidente dell’associazione che raduna i sindaci d’Italia.

Il sindaco di Napoli De Magistris di Idv ed il leader di Sel Vendola hanno parlato di un voto del nord contro il sud.

Rispetto l’opionione di De Magistris che è un sindaco e fa il suo lavoro ed ha il suo punto di vista. Quanto a Vendola, rispondo che si tratttava di eleggere il rappresentante dei sindaci. Lui è presidente della Regione Puglia non un sindaco. Forse dovrebbe occuparsi di più della sua Regione dove è stato chiamato a governare. In ogni modo non c’è stato alcun voto “secessionista” del nord contro il sud. La logica che ha espresso Vendola in questo modo è speculare a quella di chi (Bossi ndr) dice che allora il governatore di Bankitalia va bene perché è milanese… E comunque di Anci Vendola non capisce.

Sull’agenda dell’Anci cosa c’è ora?

C’è la possibilità di far vivere i Comuni in autonomia. La parola d’ordine del congresso di Brindisi è stata ‘autonomia per cambiare il paese’, quindi vogliamo essere più autonomi, in questi anni si è parlato tanto di federalismo ma è in realtà diminuito il nostro spazio di manovra, siamo diventati più dipendenti da Roma invece che essere più autonomi. E’ il momento di dare più responsabilità e risorse ai sindaci per poter aiutare le nostre comunità. Noi siamo i rappresentanti eletti delle famiglie e delle imprese del territorio, la Repubblica, lo Stato devono iniziare a vedere il sistema delle autonomie come un sistema amico, non come un sistema nemico per la crescita del paese.

Il suo impegno con l’Anci, dove era già vicepresidente non inciderà sulla carica di primo cittadino di Reggio Emilia?

Assolutamente no. Io sono già due anni che ho un impegno settimanale con l’Anci, conosco la macchina non ho questo problema.Inoltre sono convinto che i sindaci aumentano di autorevolezza se le loro città vengono seguite e curate, io sono qui per fare prima di tutto il mio mestiere di sindaco.

In questa situazione di tagli come sarà il bilancio 2012 del Comune di Reggio Emilia e cosa si possono aspettare mediamente i cittadini degli altri comuni italiani?

Sarà un bilancio molto difficile. Noi come Comuni e lo ha chiesto qualche giorno fa anche il presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni, noi chiediamo di rivedere l’impostazione di questa finanziaria, che non ha prodotto nessun evidente risultato. I tagli ai Comuni ed alle Regioni rischiano di mettere in ginocchio  definitivamente il settore sociale, dei trasporti pubblici e nel 2013 se non si cambia impostazione metteranno in ginocchio la sanità pubblica. Quel tipo di tagli non ha senso. Viene fatto sull’unico settore delle istituzioni che è virtuoso: cioè i Comuni. E’ assurdo.  Queste misure colpiscono imprese e famiglie. Le imprese perchè con il patto di stabilità bloccano i pagamenti le famiglie perchè vengono ridotti e bloccati i servizi.

Sulla riorganizzazione dei servizi pubblici lei ha sposato la visione del sindaco di Bologna Virginio Merola.

Merola ha dichiarato e condivido la sua visione che è ora di superare la divisione e contrapposizione tra pubblico e privato.E’ ora di iniziare a costruire un nuovo modello di assistenza sociale di comunità. Anche a Reggio Emilia siamo da tempo impegnati su questo nuovo modello del futuro e c’è  sintonia con Merola ed altri sindaci su questo tema.ù

Non vogliamo rinunciare al nostro ruolo di protezione sociale. Nonostante ci siano stati tagli dell’80% sul settore del welfare a livello nazionale. Ci sono nuove vie, le abbiamo sperimentate con successo nel campo sportivo ad esempio.

Cosa è successo?

Abbiamo dato vita ad una Fondazione per lo sport, che con il ruolo del Comune  come regia, ma con l’impiego di limitare risorse pubbliche è riuscito a mettere in rete tutte le realtà sportive di base del Comune di Reggio e far partire diversi progetti sull’impiantistica di base che aspettavano da tempo coinvolgendo ed impegnando direttamente  le società sportive interessate. Così sono stati realizzati nuovi impianti per lo sport di base in un momento dove le risorse scarseggiano.

Sul sociale come potrebbe adattarsi questo modello nei Comuni?

Offrire nuovi servizi attraverso la cooperazione sociale, coprendo così un vasto settore di mercato oggi non coperto ed inoltre ragionare con le imprese affinchè la contrattazione di secondo livello siano inserite dentro la contrattazione in maniera più organica. Questo si traduce in una vera alleanza tra imprese, comunità locali, lavoratori e loro famiglie.  Questa potrebbe essere una strada nuova da percorrere con decisione.

A livello nazionale si parla di riforma della legge elettorale. Come presidente dell’Anci ha qualche suggerimento?

Per me il nodo cruciale, è riformare la Costituzione creando un vincolo tra  singolo eletto e programma di mandato. Si viene eletti per portare a termine un programma di coalizione o partito. Se non si fa quello.si decade. Nessuno ti ha chiesto di fare il parlamentare, a maggior ragione di passare dalla maggioranza all’opposizione o viceversa come se nulla fosse. Se lo fai devi svolgere un mandato di programma ben preciso con il quale il tuo partito o la tua coalizione si presenta agli elettori. Quanto previsto dai padri Costituenti riguardo la libertà dei deputati, allora era giustificabile allora perchè si veniva da 20 anni di dittatura fascista. Oggi i tempi sono cambiati.

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