Sulla strada che da Gerusalemme porta a Jericho si incontrano i villaggi delle comunità beduine Jahalin. Nel 2009 l’ong italiana Vento di Terra, grazie a donazioni di istituzioni italiane (soprattutto provincie lombarde, tra cui Milano), ha messo insieme 30mila euro per realizzare, sulla collinetta a lato della strada, una scuola per 150 bambini: costruita con pneumatici e argilla per aggirare la norma che proibisce ai palestinesi di realizzare costruzioni in muratura nella zona C dei Territori occupati. Nella zona A sicurezza e amministrazione sono in capo all’Autorità nazionale palestinese (ad esempio la città di Ramallah), nella zona B amministrazione alla Anp e sicurezza a Israele, mentre nella zona C vige solo la legge marziale dell’esercito occupante, quello di Tel Aviv.

Attorno ai villaggi Jahalin ci sono gli insediamenti dei coloni, considerati illegali dallo stesso Stato di Israele: adesso i coloni vorrebbero far passare una nuova strada, guarda caso proprio dove sorge la scuola fatta di copertoni. L’Alta Corte israeliana ha dato un ultimatum di 40 giorni, poi la strada che collega le colonie (illegali) andrà fatta passando su quella collinetta.

L’Ong Vento di Terra chiede alle istituzioni italiane (a quelle che avevano contribuito economicamente, ma non solo) di mobilitarsi per non permettere che la scuola fatta di pneumatici sia abbattuta e che finisca nella polvere di una strada insieme ai sogni di 150 bambini.

Il Fatto Quotidiano, 17 settembre 2011

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