Io non pago il busto fascistaGianni Letta ha avuto uno zio. Guido Letta, fascista.

Certo, gli errori degli zii non ricadono in automatico sulle spalle dei nipoti. Ma anche Gianni passerà alla storia come una delle colonne portanti dell’epopea berlusconiana: quanto di più simile al regime fascista si sia mai visto in Italia dal dopoguerra.

Dello zio Guido Letta, prefetto fascista, nottetempo è stata inaugurata una statua con tanto di piazza intestata. Perchè nottetempo? “Per ragioni di ordine pubblico”. Nel piccolo paese terremotato di Aielli, Abruzzo, l’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia stava infatti  aspettando l’inaugurazione per organizzare una manifestazione di protesta.

Protesta perchè il Letta non era solo un “semplice” fascista, ma era proprio razzista. In una lettera del 1939 ai fascisti podestà e commissari prefettizi, scriveva che “l’applicazione rigorosa delle leggi razziali […] conduce ad una inevitabile conseguenza: separare quanto è possibile gli italiani dall’esiguo gruppo di appartenenti alla razza ebraica […] su queste direttive richiamo la vostra personale attenzione e vi prego di farmi conoscere le iniziative che, d’intesa coi Fasci, prenderete al riguardo e i risultati ottenuti”.

Ma lo scandalo più grande è che i 20mila euro utilizzati per l’iniziativa sono stati rubati dal fondo per il terremoto. Anche questa spesa è stata fatta rientrare nel lungo elenco che attinge dai fondi stanziati per il sisma abruzzese. Che sono soldi per i cittadini abruzzesi, e in ultima analisi anche di tutti gli italiani. Ecco perchè non possiamo fargliela passare liscia. L’Anpi abruzzese ha già in cantiere una mobilitazione, teniamoci quindi pronti a partecipare.

Per ora, possiamo far sentire la nostra protesta aderendo alla pagina Facebook Io non pago il busto del fascista Letta e diffondendo il logo dell’iniziativa.

Articolo Precedente

Bossi, dal celodurismo alle cadute dal letto

next
Articolo Successivo

Burocrazia: lo Stato italiano è cretino!

next