Una legge incomprensibile nel merito, nel metodo e nella tempistica. Una legge che sembra fatta apposta per alimentare l’antipolitica, per allontanare gli elettori dagli eletti, per scatenare rabbia e indignazione. Il 4 agosto, di notte, al termine di un dibattito su un punto inserito solo in extremis all’ordine del giorno dei lavori, il consiglio regionale della Campania ha deliberato di aumentare la giunta da 12 a 14 assessori. Una bella idea, approvare questa legge nei giorni della crisi economica mondiale: l’ennesimo esempio di una classe politica incapace di chiedere a se stessa la sobrietà e i sacrifici che vorrebbero imporre agli altri.

Le cose peggiori si fanno durante le vacanze” ha commentato Gian Antonio Stella in un’intervista a Simona Brandolini del Corriere del Mezzogiorno. Il governatore Pdl Stefano Caldoro, che non è un omonimo del politico che ha criticato con acume e senza sensazionalismi gli sprechi e la deriva della spesa pubblica della precedente giunta del Pd Bassolino, ripete come un mantra che la riforma avverrà a costo zero. Le indennità e gli oneri previdenziali calcolati su una giunta a 12, verranno ‘spalmati’ su 14 assessori. Ma chi ci crede? E chi pagherà le segreterie, le auto blu, i nuovi uffici di assessori finora retribuiti con 11.200 euro lordi al mese? Stella è il primo a mostrarsi scettico, e lo fa con la sua consueta ironia: “Ne sono convinto, basta che faccia assessori due frati cappuccini che viaggino solo a piedi e ingaggino come segretarie le suore orsoline”.

Domandina. Perché bisogna allargare la giunta? Per velocizzare e ottimizzare i processi decisionali, come prova a sostenere qualche pidiellino? La tesi è presto demolita dal docente di diritto Ferdinando Pinto, che in una lettera scrive: “Ho già sostenuto (…) la ridotta utilità degli assessori dopo l’attribuzione dei compiti di gestione ai dirigenti. Se il discorso vale per 12, figuriamoci per 14. Certo che se Caldoro chiamasse Renzo Piano all’Urbanistica, potrei ricredermi. Ma qualcosa mi dice che non avverrà”. Si accettano scommesse sulle nuove nomine.

La mia personale risposta è che due nuovi assessori regionali servono solo per soddisfare la fame di poltrone di un centrodestra campano del tutto simile a quella che ha caratterizzato gli ultimi dieci anni di bassolinismo. E pazienza se a pagare saremo sempre noi cittadini. A cominciare dall’incremento del ticket sanitario in Campania sino a 20 euro, necessario per colmare lo spaventoso deficit scavato in dodici anni di centrosinistra, di assessorati alla Sanità a guida Margherita-Pd, e dello scellerato patto Bassolino-De Mita che ha condotto i conti pubblici campani sull’orlo del baratro. Certo, è curioso vedere alcuni dei protagonisti di quella stagione di saccheggio delle Asl, ora sedere in giunta con Caldoro. Purtroppo la memoria storica di questo Paese è assai labile.

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