Si sono riaperte questa mattina alle 8 (per continuare fino alle dieci di questa sera e proseguire dalle 7 alle 15 di domani) le urne per la tornata elettorale supplementare (i cosiddetti ballottaggi) che in Emilia Romagna riguarderà sei comuni, tutti con oltre 15 mila abitanti: Rimini, Cattolica, Cento, Finale Emilia, Cesenatico, Salsomaggiore Terme.

La battaglia elettorale più accesa è senza dubbio Rimini (unico capoluogo di provincia), nella quale si è registrata una crescita dell’affluenza alle urne: alle 12, infatti, ha votato il 13,12 % rispetto al 12,73 % del primo turno che poi è invece scesa nella proiezione delle 18  (30,20 per cento contro il 34, 36). A confrontarsi il candidato di centro-sinistra Andrea Gnassi e Gioenzo Renzi per il Pdl-Lega Nord. Nell’attesa di conoscere il verdetto elettorale, tuttavia, i due contendenti hanno messo da parte le divergenze politiche, e appena prima della chiusura della campagna elettorale, hanno firmato insieme la Carta dei Valori per l’inserimento lavorativo di persone svantaggiate. Se è vero che non si tratta di un contratto vincolante, è pur sempre una dichiarazione d’intenti che ha unito i due avversari nel segno di principi comuni. “Il comune di Rimini – si legge al terzo punto dell’accordo sottoscritto – analizzerà la possibilità di creare una quota di riserva degli appalti mirata a favorire l’inserimento di persone svantaggiate”. Un impegno personale per tutelare e promuovere, nei modi consentiti dalla legge, l’insberimento lavorativo di questi lavoratori.

La corsa per la poltrona di primo cittadino si gioca sul filo dell’ultimo voto. Gnassi infatti parte da un vantaggio di poco superiore a quello del suo avversario. Al primo turno il candidato di centrosinistra ottenne il 37,95% delle preferenze mentre Renzi il 34,78%. Il sostegno del leader del Pd Pierluigi Bersani e di Sel Nichi Vendola, oltre che del sindaco di Firenze, il rottamatore Matteo Renzi (giunti a Rimini venerdì per concludere la campagna elettorale) fa sperare Gnassi in un sfida elettorale a lieto fine, la quale tuttavia conosce, a poche ore dal voto, un insolito evento.

Agli albergatori riminesi (circa un migliaio), infatti, è arrivata una strana lettera firmata da Gnassi, con tanto di simboli e format grafico della sua campagna elettorale, ma dai contenuti completamente diversi da quelli sostenuti dal candidato del Partito Democratico, che subito ha voluto difendersi ricorrendo alla legge e presentando, di conseguenza, querela per diffamazione contro ignoti alla procura di Rimini. Nulla di volgare, ironico o insinuante circa la figura di Gnassi è contenuto nelle misteriose missive, ma il candidato sindaco del Pd ha ritenuto le stesse ugualmente offensive. Un rospo difficile da digerire, specie se si considera che nelle lettere si attribuisce al candidato di centrosinistra posizioni e programmi sul tema del turismo, inevitabile cavallo di battaglia nella campagna elettorale riminese, distanti rispetto alle posizioni assunte da Gnassi in queste settimane.

“Evidentemente – ha avuto modo di dichiarare Gnassi di fronte alla notizia – c’è chi sta toccando il fondo. In assenza di qualsiasi argomento o proposta programmatica per il futuro della nostra città che non siano falsità e diffamazione personale, si cerca nelle ultime ore prima del ballottaggio di imputridire il clima elettorale, a detrimento dell’interesse della città. Sono sicuro che la giustizia individuerà rapidamente i responsabili. Da parte mia continuerò fino alla fine a condurre questa campagna parlando dei problemi e dei programmi che interessano i cittadini”.

A Cattolica (in provincia di Rimini), invece, si sfidano Pietro Cecchini, candidato per il centrosinistra, e Cono Cimino per il centrodestra. Al primo turno a Cecchini il 48.6% contro il 44.45% di Cimino. Alle 12, l’affluenza sale dal 13,81% al 15,08% di questo ballottaggio.

Nella città del Guercino, Cento (comune in provincia di Ferrara), Paolo Fava (già sindaco negli anni Novanta) si confronta con Piero Lodi (candidato del centrosinistra). Al primo turno lievissimo vantaggio di Fava (30.96%) su Lodi (29.29%). Anche a Cento, alle 12, l’affluenza ha registrato un lieve incremento, passando dal 13,34% del primo turno, al 14,65% di questa seconda tornata. Cento è il comune ferrarese che nella campagna elettorale del primo turno conobbe un laborioso politico: Tiziano Pirani, candidato civico per la Lega Nord a Cento e contemporaneamente per il centrosinistra nel comune modenese di Finale Emilia. Il doppio Pirani, tuttavia, ha registrato in entrambi i comuni un clamoroso flop. Per Cento si è accaparrato solo 25 preferenze, mentre a Finale ha conquistato solo quattro voti a favore della lista di Ferioli.

Il candidato del centrosinistra Fernando Ferioli, infatti, a Finale Emilia (Modena) dovrà vedersela con Maurizio Poletti (candidato per il centrodestra). Ferioli aveva strappato il 45.99% contro il 39.17% di Poletti; in questo ballottaggio, inoltre, l’affluenza sale al 15,71% (era del 13,76% al primo turno).

Roberto Buda (per il centrodestra) dovrà confrontarsi per il comune di Cesenatico con il sindaco uscente Nivardo Panzavolta. Buda in vantaggio al primo turno col 43.13% contro il 39.9% di Panzavolta. Gli elettori, in questo caso, hanno deciso di disertare le urne rispetto al primo turno. Se infatti la percentuale, alle 12 di due domeniche fa, era pari al 14,9%, quest’oggi si attesta a quota 14,65%.

A Salsomaggiore Terme (Parma), infine, la sfida sarà tra Giovanni Carancini (centrodestra) e Anna Rosa Ceriati (Pd e lista civica). Per Carancini due settimane fa 37.44% contro il 24.81% di Ceriati. L’affluenza cresce, passando dal 13,37% al 14,53% (dati riferiti alle 12 di domenica).

Anche nella cittadina parmense le sorprese, in campagna elettorale, non sono mancate. Il candidato del centrodestra, il leghista Carancini, infatti, si è reso autore di migliaia di volantini con messaggi in lingua rumena che tradotto citavano: “Il voto è un vostro diritto, usatelo. Vota Carancini, siamo per riconoscere i diritti fondamentali a ogni persona, come il diritto al lavoro, alla ricerca di soluzioni abitative, alla salute e all’istruzione e in particolare alla vita sociale e civile di Salsomaggiore. Aiutaci a risolvere i problemi della comunità a cui appartieni”. Insomma la promessa di una casa e di un lavoro in cambio del voto; un messaggio decisamente distante dal “fora di ball” del leader del Carroccio, Umberto Bossi, che Carancini sarà in attesa di sapere se produrrà gli effetti sperati.

Felicia Buonomo e Giulia Zaccariello

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