La Provincia di Roma è il primo Ente istituzionale italiano a entrare nella Striscia di Gaza dopo la fine dell’operazione Piombo Fuso. La scorsa settimana una delegazione ufficiale guidata dal consigliere provinciale di Sinistra e Libertà Gianluca Peciola si è recata in Israele e da lì a Gaza per osservare le condizioni di vita della popolazione della Striscia e favorire, attraverso la realizzazione di alcuni progetti, la rottura dall’isolamento imposto dall’embargo israeliano. “Nonostante tutti i permessi per entrare a Gaza fossero in regola fin dalla partenza, una decina di giorni fa Israele ha tenuto ferma la delegazione temporeggiando per quasi una settimana” racconta Peciola, che è anche vicepresidente della Commissione Ambiente.

Per tre volte si sono recati al valico di Erez, completamente bloccato da Israele, che lascia filtrare solo i malati e le merci valutate come rispondenti allo status di eccezionalità, a totale discrezione degli israeliani. “Ai cooperanti viene negata ogni possibilità di accesso” racconta Peciola “mentre noi, che eravamo una delegazione ufficiale di un ente istituzionale abbiamo faticato”. Sono riusciti a entrare al terzo tentativo grazie anche all’impegno del Consolato italiano.

Durante uno dei tentativi effettuati per entrare la delegazione si è trovata al valico di Erez durante le manifestazioni di protesta dei palestinesi. Era il 15 maggio, giorno della Nakba, ‘il disastro’, nome assegnato dal Mondo Arabo e dal popolo palestinese all’esodo seguito alla creazione dello Stato di Israele. Nel racconto del consigliere provinciale “si sono sentiti degli spari anche molto forti, simili a colpi di cannone, al di là del muro e siamo stati chiusi dentro al check point, per poi essere allontanati per motivi di sicurezza”.

“L’organizzazione del viaggio era stata approvata dalla Provincia lo scorso anno con una mozione proposta dopo l’attacco alla Freedom Flottilla”, continua Peciola, “quello che mi ha colpito maggiormente è la vitalità dei giovani di Gaza, artisti e studenti, molti dei quali vogliono uno Stato laico e moderno, senza islam radicale. Hanno bisogno di apertura e della fine di un embargo che colpisce la parte viva di Gaza e rende la Striscia una grande prigione, chiedono a gran voce di uscire da un ‘incubo’. Anche per questo voglio sottolineare l’importanza delle parole del presidente Napolitano sul rilancio del dialogo di pace tra Israele e Palestina”.

La delegazione ha incontrato anche i ragazzi del movimento 15 marzo, nato con la manifestazione di protesta contro il governo di Hamas e da questo repressa duramente. Con loro stava collaborando l’attivista italiano ucciso ad aprile, Vittorio Arrigoni. “Abbiamo ricordato Arrigoni insieme ai ragazzi del movimento che hanno composto una bellissima canzone rap dedicata a Vittorio, c’erano manifesti dedicati a lui anche nella West Bank”, continua Peciola “quelli del movimento 15 marzo sono giovani che si battono per uno Stato palestinese moderno e in pace. Per questo sono stati da subito ritenuti scomodi da Hamas, che per uscire dalla posizione di graduale isolamento e inseguendo nuova popolarità ha rincorso le posizioni dei giovani di Gaza siglando l’accordo con Fatah”.

Oltre allo staff della Provincia facevano parte del gruppo anche diversi esponenti delle Ong Un Ponte Per e Nexus Emilia Romagna e del Comitato Modena incontra Jenin. I progetti che hanno portato a Gaza riguardano il recupero della Middle Area, una zona della Striscia, attraverso la realizzazione cofinanziata dalla Provincia di orti domestici per recuperare alcune aree degradate attraverso spazi verdi e un programma di scambio sportivo e culturale tra il nostro Paese e la Striscia di Gaza. Grazie alla collaborazione con alcune associazioni sportive locali verrà organizzato a settembre a Roma un torneo di calcio dedicato alla memoria di Vittorio Arrigoni ed è prevista la partecipazione di una squadra di calcio femminile proveniente dalla città palestinese.

Alessandro Micci

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