Gianni Lettieri, candidato sindaco di Napoli per il Pdl

Da Antonio Bassolino a Gianni Lettieri il passo è breve. Lo spazio di una pagina. Una pagina di un quotidiano. Stamane alcuni giornali napoletani hanno pubblicato l’appello di un nutrito gruppo di professionisti di centrosinistra, tra cui molti bassoliniani, che invitano a votare il candidato sindaco di Napoli del Pdl, Lettieri. L’appello è lanciato da persone che fino a poco tempo fa ricoprivano incarichi di rilievo in partiti, amministrazioni ed enti pubblici controllati dal Pd e dai suoi alleati. E dietro al manifesto, accusa il candidato sindaco del Pd Mario Morcone, c’è la regia di Claudio Velardi, lo stratega della campagna elettorale di Lettieri: anche lui un ex bassoliniano, assessore con Bassolino sindaco e assessore c on Bassolino presidente della giunta regionale.

Il documento, tra gli altri, da un ex assessore della giunta Iervolino, l’avvocato Felice Laudadio; dall’ex regista della prima campagna elettorale di Bassolino, Antonio Napoli, ex assessore Pds, ex segretario regionale Pds, che per un periodo ha lavorato a Palazzo Chigi con Massimo D’Alema premier ed oggi è socio di Velardi in una delle sue aziende di comunicazione politica; dall’ex segretario del ministro verde dell’Ambiente Alfonso Pecoraro Scanio, Alessandro Nardi, che ha lavorato con Pecoraro al ministero e che fu nominato dalla giunta Bassolino, poche settimane prima delle elezioni regionali, presidente di un parco naturale campano; dall’ex presidente per nove anni dell’Ato 3 (ambito territoriale ottimale dell’acqua dell’are a vesuviana) Alberto Irace, già vice sindaco Pds di Castellammare di Stabia. L’ufficio stampa della Gori, società che gestisce il ciclo integrato delle acque su incarico dell’Ato 3, commentò così il passaggio di consegne tra Irace e il nuovo presidente Lilli De Felice (estranea all’appello pro-Lettieri, ndr): “Una successione che segue i canoni della continuità. A Irace l’accomuna la stessa area politica (diessino lui, diessina lei) e l’amicizia con Antonio Bassolino”. Erano i tempi in cui essere amici del Governatore spalancava tutte le porte. Ora che quelle porte non si aprono più, arriva questo manifesto. Tra i firmatari troviamo l’intellettuale di sinistra Gerardo Ragone, il presidente della Camera di Commercio Gaetano Cola, e molti altri che a lungo hanno infoltito l’elenco dei ‘bassoliniani’.

I sottoscrittori spiegano così la loro scelta: “Ci ha scioccato l’ultimo atto, il grottesco epilogo delle primarie, che dovevano riavviare un dialogo con la città, e invece hanno confermato la pura logica di potere e di autoconservazione del centrosinistra napoletano”. E definiscono Lettieri “la novità che ci vuole”, persona “che non proviene da apparati di partito, uomo serio e concreto, che ha idee e determinazione per affrontare i problemi napoletani”. “La sua elezione a sindaco – concludono – può rappresentare la vittoria di un nuovo civismo”.

Il candidato sindaco del Pd, Mario Morcone, non l’ha presa bene. Intervistato ieri da Lucia Annunziata al cinema Filangieri, ha attaccato la “borghesia trasformista che pensa di ricavare qualcosa spostandosi a destra”, invitando i firmatari dell’appello pro-Lettieri “a vergognarsi. Si sono ingrassati negli anni scorsi e ora passano alla peggiore destra. Di questa gente il centrosinistra non ha bisogno”. Nel pomeriggio di oggi Morcone ha affinato il proprio pensiero con una nota stampa dal sapore polemico. “Per un nuovo civismo? A me pare nuovo cinismo. Bisogna riflettere sulla vera natura di questa lettera pubblicata da un gruppetto di ex elettori del centrosinistra che in queste elezioni amministrative dichiarano di appoggiare il candidato del Pdl, l’imprenditore chiacchierato voluto da Nicola Cosentino“. “Sono nomi legati al campaign manager Velardi (uno addirittura il suo socio di Reti) – sottolinea Morcone – persone che in molti casi non vivono a Napoli, qualcuno non è neanche di sinistra e che fiutano affari o vedono possibilità di benefici personali in una ipotetica – e per me improbabile – vittoria di Lettieri. E’ un tentativo di accreditare le forme più becere di trasformismo, in questo caso addirittura preventivo. In una città che vuol cambiare davvero, questi fenomeni vanno guardati attentamente. Anche se basta uno sguardo a quei nomi per capire cosa si celi davvero dietro questa campagna”.

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