All’inizio di questa avventura, quella della nostra celebrazione dei 150 anni dall’Unità d’Italia, ero intimorita dalla grandezza del nostro progetto e dalla risposta che gli italiani avrebbero dato al nostro appello. Contattare tutte le associazioni, creare in breve tempo un comitato organizzativo, pianificare ogni singolo dettaglio di un evento di questa rilevanza non è stata una passeggiata, ma oggi possiamo dirlo: ne è valsa la pena!

Ora sono qui, a scrivere un articolo per un sito nato proprio per il 17 marzo 2011, per il nostro 17 marzo. Solo ora infatti è scesa l’adrenalina, solo ora mi sono ripresa dalle emozioni scaturite da un evento che per me ha significato molto; un evento che mi ha dato alcune delusioni, come la scarsa risonanza data dai media, ma che mi ha confermato una certezza: nonostante la cattiva fama, l’Italia per bene c’è ancora e ha la faccia dei cinquemila che in piazza Dante, davvero stoici sotto una pioggia incessante, stringevano tra i pugni il tricolore, intonando l’inno nazionale con entusiasmo e orgoglio. Ha l’espressione di chi ha fatto la propria proposta dal palco, di Loris Mazzetti, di Marco Ligabue, di Giovanna Maggiani Chelli, di Don Aniello Manganiello, di Piergiorgio Morosini, di Samanta Di Persio, di Claudio Messora. E dell’impareggiabile Pif.

Quell’Italia di cui mi fido era in piazza con le associazioni e i movimenti, tutti diversi e tutti uguali tra loro, tra chi si occupa di legalità, chi di ambiente, chi di animali, chi di diritti negati. Emergency, Amnesty International, Cgil, Arcigay, Leal, Lav, Rete No Ponte e tantissimi altri che ringrazio di cuore per aver dimostrato che l’unione fa la forza: un concetto che parrebbe scontato e che oggi, purtroppo, non lo è affatto. Vi ringrazio, sì, perchè avete macinato chilometri per dire la vostra e partecipare. Per proporre un’alternativa in tre-quattro minuti, cosicchè tutti avessero spazio.

Nel resto d’Italia le cosiddette “istituzioni”, ad eccezione della Presidenza della Repubblica, sono state sonoramente contestate, fischiate, invitate a dimettersi. Noi siamo riusciti a raccogliere ovazioni e applausi: non per noi, sia chiaro, ma per quell’enorme tricolore che troneggiava sul fondo palco, per quegli articoli della Costituzione che abbiamo voluto ben visibili. Abbiamo dato il bello dell’Italia agli italiani, ai campani, ai napoletani. Abbiamo detto loro semplicemente questo: “Noi ci siamo, ma abbiamo bisogno del vostro aiuto”. E loro, nostri compagni di battaglia, non ci hanno deluso.

Per questo ringrazio quell’Italia, quella di Piazza Dante, ringrazio ancora una volta i relatori e tutte le associazioni e i movimenti che hanno aderito e che hanno confermato che esiste un’Italia unita: nella lotta per la legalità e per il cambiamento. Ringrazio i Rio, “co-autori” di questo evento, e Loris Mazzetti per il sempre prezioso contributo. Ringrazio tutti quegli artisti, come gli ‘A67 che hanno offerto la loro preziosa collaborazione e Francesco Baccini, Edoardo Bennato e Enzo Gragnaniello, Nando dei Sud Sound System, Nello Daniele e gli Osanna che hanno subito accettato, a titolo gratuito, il nostro invito e che, nonostante non abbiano potuto esibirsi a causa del maltempo che ha impedito in serata il proseguo della manifestazione, hanno ribadito di essere a nostra disposizione per qualunque altra iniziativa. Ringrazio di cuore tutti coloro che hanno risposto al nostro appello e che hanno voluto essere presenti e propositivi!

Ma il grazie più grande va a voi, a voi che c’avete creduto, che avete fatto la vostra proposta. Vi ho visti, tutto il giorno in piazza, sotto la pioggia, e incoraggiarci, a chiederci di non mollare, di non spegnere le luci del palco. Non potete immaginare che sensazione abbiamo provato: tutti. Ho guardato l’espressione di chi era con me sul palco, di quelli che erano già intervenuti e di coloro che aspettavano di poter intervenire: il vostro sostegno è stato incredibile e l’alchimia che si è creata ha impedito di fare distinzioni tra “noi” e “voi”; eravamo una sola entità, e tali dobbiamo restare. Non lasciateci soli, non è finita: abbiamo una missione da portare a termine, ovvero ridare orgoglio e dignità a questo paese. E senza di voi non potremmo.

Tratto da 17marzo.com

Articolo Precedente

Libia, Massimo Fini vs Mimmo Lombezzi
“Ingerenza militare”. “No, giusto intervenire”

next
Articolo Successivo

La guerra, tra empatia e pensiero critico

next