(Fonte Xinhua)
Il terrorismo torna a colpire a Gerusalemme. Una forte esplosione si è verificata alla fermata dell’autobus di linea 74, nei pressi del centro dei congressi ‘Palazzo della Nazione’. Una donna di 60 anni è morta in ospedale. Ferite nell’attentato altre 30 persone. Secondo la Cnn, sono gravi due donne in avanzato stato di gravidanza.

In un primo momento era sembrato che l’esplosione fosse stata provocata da un kamikaze. Ma in seguito gli artificieri hanno stabilito che è stata provocata da un ordigno che si trovava in una borsa alla fermata dell’autobus. La zona dell’incidente è stata isolata e ispezioni vengono condotte adesso alle ricerca di altri ordigni che potrebbero trovarsi ancora nella zona. La paternità dell’attentato non è stata ancora rivendicata da alcuna organizzazione.

Il premier israeliano, Benjanim Netanyahu, ha rinviato un viaggio in Russia e ha convocato un vertice di emergenza. Intanto, il ministro dell’Interno, Eli Yishai, è giunto sul posto ed ha affermato che l’escalation di attacchi degli ultimi tempi richiede di prendere in considerazione l’attuazione di un’operazione contro il terrorismo.

Il sindaco di Gerusalemme, Nir Barkat, ha lanciato un appello alla cittadinanza a “elevare il livello di attenzione” di fronte a eventuali pacchi sospetti per prevenire il rischio di altri attentati. Barkat ha espresso il timore che la soglia di allerta della gente si possa essere abbassata in questi anni di relativa quiete, dopo l’ultima la stagione degli attentati più sanguinosi (anni 1990-2000).

”Quanto avvenuto è il segno del degradarsi della situazione in Medio Oriente – ha commentato il ministro degli Esteri Franco Frattini -. Per un momento, in seguito ai fatti libici, abbiamo messo in secondo piano la situazione in Medio Oriente. Se il clima arriva al punto di riprendere la tragica stagione degli attentati, allora bisognerà mettere una priorità alta al tema e tornare ai negoziati tra palestinesi e israeliani”.

L’attentato di oggi  arriva in un momento di stallo del negoziato di pace, dopo che si è registrato negli ultimi giorni un forte aumento della tensione nella Striscia di Gaza. In mattinata Netanyahu era intervenuto alla Knesset promettendo “ferma determinazione” contro “le organizzazioni terroristiche a Gaza”. Questa mattina l’aviazione israeliana è intervenuta due volte contro gruppi militanti nella Striscia, che hanno lanciato due missili contro la città di Beersheba nello stato ebraico. Attacchi reciproci che seguono una crescente escalation negli ultimi giorni, da quando il 16 marzo forze israeliane hanno colpito un campo di addestramento di Hamas nel sud della Striscia, uccidendo due militanti. Il movimento islamista che controlla Gaza ha risposto domenica scorsa con il lancio di una cinquantina fra razzi e colpi di mortaio. Nella notte fra lunedì e martedì, Israele ha compiuto cinque raid contro obiettivi di Hamas. Sono rimaste ferite 17 persone, fra cui sette bambini.

Ieri, nel giorno di maggior violenza degli ultimi due anni, sono stati uccisi otto palestinesi, quattro dei quali civili. Questi ultimi erano un uomo di 51 anni e tre ragazzini, due dei quali stavano giocando a pallone. Sono rimasti colpiti dalle schegge quando un tank israeliano ha sparato contro un quartiere orientale della città di Gaza in risposta ad un colpo di mortaio. Altre 11 persone sono rimaste ferite, fra cui un bimbo di otto anni poi trasferito in un ospedale israeliano. Infine un razzo sparato da un aereo israeliano ha ucciso quattro militanti che stavano per sparare un missile anti tank. L’attentato di oggi a Gerusalemme è stato preceduto da un altro, gravissimo, atto terroristico. Nella notte fra l’11 e il 12 marzo, uno o più sconosciuti palestinesi si sono introdotti nell’insediamento di Itamar in Cisgiordania e hanno massacrato a pugnalate una famiglia di coloni: padre, madre e tre dei loro figli di tre mesi, tre e undici anni.

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