In Calabria aumentano purtroppo i casi di malasanità, gettando nel lutto intere famiglie; continuano ad essere commissariati per infiltrazione mafiosa interi dipartimenti sanitari regionali; il settore della sanità continua ad essere intriso di interessi trasversali e fortune politiche.

La gravità di questa situazione è stata anche ribadita, lo scorso 2 marzo, dal Procuratore regionale della Corte dei Conti nella cerimonia di apertura dell’anno giudiziario.

Basti ricordare che gli atti di citazione, presso la Procura regionale della Corte dei Conti, in materia sanitaria, sono stati 17 rispetto ai 7 del 2009, e con essi è stato richiesto un importo di danno di quasi 40 milioni di euro, con un aumento del 100%.

L’intera sanità in Calabria è commissariata, causa l’ingente disavanzo (la cui quantificazione reale rimane, tuttora, incognita!) ed è in esecuzione un c.d. “piano di rientro”, i cui contenuti si stanno rivelando solo penalizzanti per il diritto alla salute e per le tasche dei già poveri cittadini di questa regione.

Già nel settembre dello scorso anno avevo chiesto pubblicamente al Governatore Scopelliti, anche commissario per la sanità calabrese, di sapere in base a quale piano sanitario regionale era stata definita la “lista” dei Presidi ospedalieri da riconvertire e quella dei Presidi da chiudere. Avevo, altresì, sempre pubblicamente, chiesto che ne sarebbe stato delle strutture di Cittanova, Rosarno e delle altre sparse per la Calabria, alcune già attrezzate e costruite per essere adibite proprio a strutture ospedaliere.

La risposta ufficiale da parte del Governatore Scopelliti è arrivata con la pressoché totale chiusura del Presidio Ospedaliero di Taurianova, città nella quale risiedo e attualmente commissariata per infiltrazione mafiosa.

Senza prevedere, infatti, alcuna alternativa, è stato preso di mira l’Ospedale di Taurianova, secolare presidio dell’intera Piana di Gioia Tauro, con la disattivazione di tutti gli Ambulatori medici e della Divisione di Medicina e con la paventata chiusura totale.

Il mio allarme potrebbe sembrare frutto di un mero ardore campanilistico, ma nasce, invece, solo dal richiamo che sento di rivolgere al Governatore Scopelliti e alla dott.ssa Squillacioti per ricordare loro che in questo territorio, al di là di Angela Napoli, vivono e risiedono migliaia di cittadini che avrebbero diritto di vedere garantita la loro salute.

Migliaia di cittadini che non possono rischiare la propria vita solo perché, come è accaduto ad uno di loro nei giorni scorsi, poi purtroppo deceduto, a causa di un posto di ricovero reperitogli a San Giovanni in Fiore, distante centinaia di chilometri.

Non si può continuare a far sentire quotidianamente a rischio la vita dei cittadini solo per dare esecuzione ad un fantomatico “piano di rientro”, il cui contenuto non solo è privo di adeguata programmazione e valutazione di impatto, ma per lo più si sta rivelando frutto di scelte opportunistiche e rancorose che nulla avrebbero a che fare con il diritto alla salute dei cittadini.

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