”In relazione a quanto pubblicato ieri e oggi dai quotidiani Giornale e Libero, il presidente della Camera, Gianfranco Fini, ha dato mandato di adire le vie legali a tutela della propria onorabilità”. E’ quanto dichiara Fabrizio Alfano, portavoce del leader Fli. Ma la procura di Bari intatno indaga per “attentato per finalità terroristiche o di eversione” (art.280 del codice penale). Ieri Libero aveva parlato del finto attentato al presidente della Camera e di una escort che in un videotape sosteneva di aver avuto degli incontri a pagamento con il leader di Futuro e Libertà. Oggi Il Giornale racconta la storia della prostituta e  titola in prima pagina: “L’intervista a luci rosse che getta fango su Fini”.

Il quotidiano parla di un video di 13 minuti. Una intervista che ha per protagonista Rachele (nome d’arte), escort sulla trentina, che sostiene di aver passato tre notti con il presidente della Camera. Il filmato è stato girato nel dicembre scorso, quando ancora impazzavba l’inchiesta sul Bunga Bunga di Berlusconi, e da allora sarebbe stato offerto a televisioni e giornali. Il primo incontro sarebbe avvenuto nel novembre dello scorso anno. Il prezzo fissato è di 500 euro. Una cifra, che a causa delle richieste avanzate, raddoppia. Alla fine la escort avrebbe ricevuto 2 mila euro. Secondo quanto racconta la escort al Giornale: “Un extra per compare il suo silenzio”. Poi altri due incontri, uno nel maggio scorso e l’ultimo a settembre.  Anche in questo caso il silenzio è assicurato. Il Giornale spiega che il patto tra i due si rompe quando il presidente della Camera non si fa più vedere dalla escort. E soprattutto da quando non arriva più alcun segnale da parte di chi le avrebbe promesso di cambiarle la vita, garantendole addirittura una partecipazione a Il Grande Fratello. Un sogno che si infrange dunque per Rachele, che per questo decide di parlare della sua storia. Anche il quotidiano di Paolo Berlusconi, a onor del vero, mostra di non credere troppo al racconto della donna. Scrive esplicitamente che non c’è “nessun riscontro” alle parole della prostituta e nel pezzo parla di “palta” e di “fango”.

Intanto il direttore di Libero, Maurizio Belpietro, questa mattina ha fatto sapere di non avere rivelato il nome della sua fonte al procuratore aggiunto di Milano, Armando Spataro, durante l’incontro con i magistrati  avvenuto ieri. Belpietro è stato sentito in qualità di persona informata sui fatti, in merito all’editoriale di ieri, in cui lui stesso ha raccontato di un presunto, “finto”, attentato che avrebbe dovuto avere come obiettivo il presidente della Camera, Gianfranco Fini. Attentato organizzato in Puglia per il prossimo aprile, la cui responsabilità, secondo Belpietro e la sua fonte, doveva ricadere su Silvio Berlusconi. Sul caso le procure di Trani e Milano hanno aperto un fascicolo. E la Dda di Bari è pronta a coordinare le indagini.

“Ho parlato di una cosa vera – spiega Belpietro – che aveva come obiettivo Fini. E, come fine ultimo, quello di far ricadere la responsabilità della vicenda sul presidente del Consiglio. Questo è ciò che mi è stato raccontato e che ho riferito ai magistrati ieri. Se poi i giornali per esigenze di copione devono raccontare balle, questo è un altro fatto: si sono scritte oggi cose che non stanno nè in cielo nè in terra”.

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