Roberto Saviano premiato con il “Libro europeo 2010” per il suo “La bellezza e l’inferno” al Parlamento europeo. Conforto per le critiche subite in patria da alte cariche dello Stato. La criminalità è un problema europeo “Questo premio è un conforto per la sofferenza che provo per le critiche ricevute in Italia, anche da alte cariche dello Stato, che mi accusano di infamare il mio Paese parlando di criminalità organizzata. Al contrario, raccontare il male vuol dire affrontarlo, non diffonderlo”.

Roberto Saviano approfitta della premiazione del “libro europeo 2010” al Parlamento europeo, conferitogli per il suo “La bellezza e l’inferno”, per mandare una cartolina a Roma, a quanti non perdono occasione di attaccarlo per quanto dice e scrive sulla criminalità organizzata in Italia. “Questa è la magia della letteratura, grazie ad essa le storie che si raccontano appartengono a tutti. La criminalità, invece, vuole il monopolio dei propri misfatti, per questo non ha tanto paura di chi scrive, quanto di chi legge”. Scroscio di applausi.

Tra Jerzy Buzek, presidente del Parlamento europeo, José Manuel Barroso, presidente della Commissione, Martin Schulz, presidente del gruppo Socialista europeo e Jacques Delors, celebre presidente della Commissione dal 1985 al 1955, il ruolo da protagonista l’ha giocato proprio Roberto Saviano, un po’ scrittore, un po’ giornalista, un po’ poeta. A Saviano è stato conferito il premio libro europeo 2010, l’iniziativa di “Esprit d’Europe” che, alla sua quarta edizione, premia il romanzo e il saggio con il miglior profilo europeo dell’anno. A Saviano il miglior saggio “La bellezza e l’inferno”, che raccoglie per la prima volta gli scritti e gli articoli pubblicati dallo scrittore su quotidiani e riviste tra il 2004 e il 2009, prima, durante e dopo lo tsunami Gomorra. E’ stato anche premiato il romanzo “Purge” dell’eccentrica finlandese Sofi Oksanen.

Ma a dominare la scena è stato lo scrittore napoletano capace di conquistare un’ampia platea internazionale. Saviano ha voluto parlare a tutti gli europei e non solo agli italiani, seppure numerosi in sala: “La criminalità non riguarda solo il sud Italia, ma l’intera Europa, perché è dalle sue periferie che entra arrivando fino a Bruxelles, dove viene a investire comprandosi un intero quartiere. L’Europa parla molte lingue, ma contro il crimine organizzato ne deve parlare una sola”.

Le parole dello scrittore catalizzano l’attenzione stringendo i presenti in un unico pathos di condivisione e solidarietà verso un uomo che ha fatto della sua vita il simbolo della lotta alla criminalità organizzata. Con il suo libro, Saviano esprime il dolore e la gioia di un uomo, prima ancora che di un giornalista, che ha deciso di salire sulle barricate per dire NO a un sistema affaristico mafioso che sembra radicato nel Paese Italia. Un libro fatto di pagine scritte in camere piccole e buie, in alberghi e caserme, sempre all’ombra di quello scudo che da anni protegge la sua vita dalle ritorsione di chi ha avuto il coraggio dei denunciare. “L’inferno ha un tempo solo, la vita un giorno ricomincia”, ha scritto Saviano nel suo libro citando Albert Camus. Come dargli torto.

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