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Lloret de Mar, ragazzo italiano morto: pestato dentro il locale. Il padre: “Tutti hanno visto, nessuno è intervenuto”

Le telecamere della discoteca Sant Trop mostrano il pestaggio in mezzo alla pista e alla gente che balla. I tre russi fermati verranno interrogati e sono accusati di omicidio. Il padre di Niccolò Ciatti al Tg1: "Non sono essere umani. E tutti sono stati a guardare, sarebbe bastato che forse qualcuno intervenendo poteva risparmiargli quelle pedate sulla testa che me l’hanno ammazzato"
Lloret de Mar, ragazzo italiano morto: pestato dentro il locale. Il padre: “Tutti hanno visto, nessuno è intervenuto”
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“La cosa triste è che tutti sono stati a guardare impotenti. Forse qualcuno intervenendo poteva evitare quelle pedate sulla testa, quelle botte al cuore che me l’hanno ammazzato”. Il padre di Niccolò Ciatti, il ragazzo pestato a morte a Lloret de Mar, parla al Tg1 e racconta del dolore nel vedere il filmato diffuso da El Periodico nel quale si vedono alcuni istanti dell’aggressione costata la vita a suo figlio, 22 anni, fruttivendolo a Firenze. I ragazzi che ballano e si divertono in pista, ad un certo punto i tre coetanei russi che prendono a pugni e poi a calci in testa il giovane. Il pestaggio continua mentre intorno le gente si rende conto di quello che accade e comincia ad allarmarsi, ma nessuno interviene.

“Sono bestie” – Il tutto ripreso dalle telecamere della discoteca Sant Trop di Lloret de Mar, sulla Costa Brava in Spagna e filmato anche da alcuni ragazzi con gli smartphone. “Non sono essere umani ma bestie che hanno ammazzato mio figlio come un sacco di patate, non posso dire neanche come un cane perché neanche un cane si merita una fine così”, ha aggiunto il padre al Tg1. Il ragazzo è morto nell’ospedale Josep Trueta di Girona, meno di 24 ore dopo essere stato soccorso. Mentre i tre aggressori di 20, 24 e 26 anni di nazionalità russa, originari della Cecenia, sono stati fermati: sono accusati di omicidio.


Il video di El Periodico

“Aveva solo reagito a una spinta” – Perché Niccolò Ciatti è morto in ospedale nella notte tra sabato e domenica dopo 24 ore di coma. A Girona erano già arrivati i suoi genitori, mentre la notizia giunge a Scandicci solo il giorno successivo. Gli aggressori, ha continuato il padre, “sono persone che cercavano soltanto le botte, paramilitari non lo so che cosa sono e poi me lo hanno massacrato”. Niccolò, ricorda, “era alto più di un metro e novanta, 80 chili, un fisico, era bellissimo, lo hanno distrutto solo perché ha ricevuto una spinta e lui ha reagito e questo non ha aspettato altro che massacrarlo, perché questo era il suo lavoro, lo voleva massacrare e me lo ha ammazzato”.

La ricostruzione del pestaggio – Il 22enne italiano era arrivato il 5 agosto a Lloret de Mar, cittadina a 70 chilometri da Barcellona nota per la movida notturna più che per il mare e le spiagge. Alle 3 di sabato mattina si trovava al Sant Trop con alcuni amici fiorentini: una normale serata in discoteca a ballare. Poi l’aggressione improvvisa, dovuta a una spinta casuale nella calca della pista, stando a quanto riferito dai compagni di Niccolò agli investigatori spagnoli. Una semplice incomprensione da cui scaturisce una reazione violentissima. Il pestaggio comincia e finisce nel giro di pochi secondi. Quando Niccolò Ciatti cade a terra forse ha già perso i sensi, ma i calci alla testa continuano, come testimoniano le telecamere. In tre si accaniscono sul giovane toscano, poi fuggono appena si accorgono della gravità delle sue condizioni.

L’arresto dei tre russi – Gli amici e i ragazzi presenti chiamano subito i soccorsi. L’ambulanza arriva presto ma fatica a entrare nei vicoli stretti della movida di Lloret de Mar. Trova il ragazzo italiano già in fin di vita, con molte ferite e fratture. Nel frattempo parte la caccia ai responsabili del pestaggio. I Mossos d’Esquadra, la polizia della Catalogna, riescono a identificarli grazie alle videocamere di sorveglianza. I tre vengono fermati qualche ora dopo sul lungo mare e subito portati nel commissariato di Blanes. Sono tre giovani ceceni residenti in Francia, dove avrebbero chiesto asilo politico, come spiega la polizia. Le indagini sono in corso e i tre sono accusati di omicidio: un interrogatorio cercherà di capire le motivazioni di “un pestaggio così brutale“, come lo ha definito un agente.

Gli amici sui social – Gli amici increduli gli dedicano un ultimo saluto su Facebook, descrivendolo come “un bonaccione, un’amico bravo, una persona che non toccherebbe neanche una mosca”. La sua fidanzata Ilaria dice a Repubblica: “Era il mio gigante buono“. Lo ricorda anche il sindaco Sandro Fallani: “Abitava nel quartiere Casellina e lavorava in un banco del mercato di frutta a San Lorenzo, il mercato centrale di Firenze. Era un ragazzo molto conosciuto in città, io stesso avevo con lui amici in comune”.

Il precedente nel 2008 – La rabbia per quanto accaduto cresce anche nella stessa Lloret de Mar. Il primo cittadino Jaume Dulsat annuncia che “il Comune si costituirà parte civile nel processo” e promette di mettere un freno al turismo low cost. Nel luglio del 2008 un’altra italiana, la padovana Federica Squarise, era stata uccisa nella cittadina sulla Costa Brava: era in vacanza con un’amica e scomparve dopo una notte in discoteca. Una settimana più tardi il suo corpo fu ritrovato in un parco. Le indagini portarono all’arresto del barman Victor Diaz Silva, detto El Gordo, che dopo la fuga confessò l’omicidio.

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