“La violenza sessuale è un atto odioso e schifoso sempre, ma più inaccettabile quando è compiuto da chi chiede e ottiene accoglienza”. La frase è di Debora Serracchiani, presidente Pd del Friuli Venezia Giulia e fino a quindici giorni fa vicesegretaria dei democratici. Il 10 maggio scorso, di fronte allo stupro subito il 10 maggio da una minorenne a Trieste e per cui è accusato un cittadino iracheno che ha chiesto l’asilo nel nostro Paese, ha deciso di pubblicare un comunicato stampa per condannare l’atto. Ma le parole scelte hanno scatenato una lunga serie di polemiche: prima il caos in rete degli utenti e poi Roberto Saviano in prima linea (“Spero la candidi Salvini”). Il Pd ha registrato in un primo momento ha registrato solo la timida reazione dei consiglieri dem di Milano, città dove il 20 maggio si terrà la marcia per i diritti dei migranti (sul modello di Barcellona): “Siamo sconcertati”, hanno detto in una nota. Il sindaco Beppe Sala si è proprio schierato: “Ha sbagliato, secondo me le è scappata”. Ma le cose non stanno così: niente ha fatto cambiare idea alla Serracchiani che, anche dopo le critiche, ha continuato sulla sua posizione: “Ho solo detto una cosa di buon senso“, ha ribadito su Facebook. Ha risposto con il silenzio il suo partito, nel migliore dei casi perché imbarazzato, nel peggiore perché d’accordo con la scelta di linea. “Polemiche assurde e pretestuose“, ha detto addirittura in sua difesa il deputato dem Paolo Coppola. Ha fatto eccezione solo il senatore Francesco Russo, forse convinto che gli altri lo avrebbero seguito: “Stupro sempre da condannare con stesso rigore”, ha scritto su Twitter. E poi il deputato Roberto Giachetti: “Voglio capire bene che ha detto. Però non c’è dubbio che per me le cose non stanno così”.

Schierati compatti contro la Serracchiani anche gli ex colleghi di Mdp: “Si scusi, è inaccettabile”. Il leader del Carroccio Salvini tirato in ballo, è andato oltre e ha definito la Serracchiani “la bella addormentata nel bosco“: “Peccato che lei e il suo partito siano complici di una invasione senza precedenti, e abbiano sulla coscienza ogni reato e ogni violenza commessa da questa gentaglia”. Quindi la solita provocazione: “A prescindere dalla razza, castrazione chimica e buonanotte, con buona pace di Saviani e Boldrine”.

La difesa della Serracchiani – La Serracchiani su Facebook ha continuato a difendere la sua linea nonostante le polemiche: “Ho detto una cosa di buon senso anche se scomoda”, ha scritto. “Al di là del caso specifico, in cui le responsabilità saranno accertate dalle autorità, credo di aver detto una cosa evidente alla stragrande maggioranza dei nostri concittadini. Non rendersene conto significa fare il gioco di quelli che razzisti lo sono veramente“. La dem è convinta del fatto che le sue parole non siano per niente discriminatorie: “I razzisti vogliono respingere i richiedenti asilo, io voglio accogliere chi scappa dalla guerra. I razzisti pensano che una violenza fatta da uno straniero sia peggiore di quella fatta da un italiano, per me la violenza è sempre e comunque da condannare, senza colore e senza graduatorie. Se occorre lo ripeto“. La presidente della regione Friuli ha aggiunto che “un richiedente asilo chiede un atto di solidarietà e la comunità che lo accoglie instaura con lui un rapporto di fiducia. Solidarietà e fiducia tengono insieme le famiglie. Per questo una violenza su un minore è odiosa, ma se viene compiuta in famiglia è ancora più odiosa. A renderla tale è il fatto che a commetterla è stata una persona “di fiducia”. Oltre alla vittima, della quale ci si dimentica sempre quando scoppiano polemiche ideologiche e pretestuose, vengono infatti traditi gli altri richiedenti asilo e tutti quelli che si battono per l’accoglienza dei migranti”.

La democratica, sotto accusa, ieri aveva deciso di aggiustare leggermente la sua posizione. E sempre sui social network aveva scritto: “Non esistono stupri di serie a o serie b”. Ma non è bastato a ridurre il danno. Il comunicato, finito al centro delle polemiche, risale al 10 maggio scorso, ed era stato diffuso a poche ore dalla notizia di cronaca delle violenza subita della 17enne: “In casi come questi”, si legge nel testo diffuso dalla Serracchiani, “riesco a capire il senso di rigetto che si può provare verso individui che commettono crimini così sordidi. Sono convinta che l’obbligo dell’accoglienza umanitaria non possa essere disgiunto da un altrettanto obbligatorio senso di giustizia, da esercitare contro chi rompe un patto di accoglienza. Per quanto mi riguarda, gesti come questo devono prevedere l’espulsione dal nostro Paese, ovviamente dopo assolta la pena. Se c’è un problema di legislazione carente in merito bisogna rimediare”.

Gli attacchi: da Saviano al Pd di Milano – Dopo le accuse in rete, il primo a prendere posizione pubblicamente è stato lo scrittore Roberto Saviano. “Salvini”, ha scritto su Twitter, “saluta l’ingresso di Serracchiani nella Lega. Spero la candidi lui: se lo fa ancora il Pd, vuol dire che il Pd è diventato la Lega”. A sottoscrivere la sua posizione sono stati i consiglieri del Pd di Milano: “Siamo sconcertati”, hanno scritto in una nota. “I ‘ma’ e gli ‘ancor più’ non sono accettabili. E i ‘socialmente’ e ‘moralmente’ ugualmente ingiustificabili. È ‘più’ accettabile, più ‘socialmente’ e ‘moralmente’ accettabile quella di un compagno, di un amico, di un marito, un vicino di casa, un compaesano? La lista potrebbe continuare. I reati e delitti hanno forme e aggettivi diversi a seconda di chi li fa? La violenza e la violenza su una donna, è sempre inaccettabile e non si pesa”. In serata è intervenuto a dargli sostegno il sindaco Giuseppe Sala: “Secondo me alla Serracchiani, che è persona che stimo, è scappata questa frase. Ha sbagliato, ma adesso si sta facendo una polemica eccessiva. Uno stupro è comunque sempre un fatto gravissimo. Non farei classifiche su questo. Rimane il fatto che certamente non è peggio” se commesso da un richiedente asilo.

Gli ex colleghi di Mdp sono stati tra i primi a condannare la dichiarazione: “Qui non si tratta solamente”, ha scritto su Facebook il deputato Francesco Laforgia, “della deriva di un partito, che mi interessa meno. Ma dello scivolamento di un intero paese sul piano della civiltà, innanzitutto nell’uso delle parole. Spero che qualcuno fermi questo delirio“. In rete la presidentessa del Friuli è stata accusata di “strizzare l’occhio all’elettorato leghista” e di scadere nel “populismo“.  Per il segretario nazionale di Sinistra italiana Nicola Fratoianni, “non esistono stupri di serie A e stupri di serie B. Semmai esistono politici di serie A e politici di serie B”: “Evidentemente la governatrice del Friuli Venezia Giulia appartiene alla seconda categoria”, ha detto. “A furia di inseguire la destra sul suo terreno per un pugno di voti dalle parti del Pd si distrugge via via una cultura politica che ha fatto la storia dell’Italia migliore. Amarezza e raccapriccio”. Poche le reazioni dalle altre parti politiche. Per il Movimento 5 stelle ha parlato solo la capogruppo alla Camera Federica Dieni: “Aspettiamo le scuse di Debora Serracchiani per le sue razziste classifiche sugli stupri. Ogni violenza è tremenda”.

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