Per un decennio i precari della scuola hanno chiesto di essere inseriti nelle Graduatorie ad Esaurimento (GaE), le liste che danno diritto all’assunzione e che sono chiuse dal 2006. Ministri vari di diversa origine e provenienza politica avevano sempre opposto resistenza. Fino ad oggi: il governo non riaprirà le vecchie GaE, me ne creerà di nuove. Così tutti i docenti già abilitati potranno essere finalmente assunti nei prossimi anni, senza alcuna esclusione. Mentre i non abilitati con almeno 36 mesi di servizio avranno comunque dei concorsi riservati. È questa la proposta per la cosiddetta “fase transitoria” che verrà approvata dalle Commissioni cultura del Parlamento e regolerà il passaggio al nuovo sistema di formazione degli insegnanti con tirocinio triennale. Stabilizzando almeno altri 50mila supplenti.

ECCO LA FASE TRANSITORIA – Si tratta dell’ultimo step della Buona Scuola: la famosa Legge 107, infatti, aveva lasciato in sospeso alcuni dossier cruciali. Otto deleghe assegnate più o meno in bianco al governo, tra cui quella del “reclutamento”, ovvero la formazione e assunzione dei professori della scuola secondaria (medie e licei). Il nuovo impianto, che ilfattoquotidiano.it aveva anticipato in esclusiva due anni fa, prevede un corso-concorso unico, con un tirocinio triennale retribuito in cui gli aspiranti docenti si alterneranno fra lezioni e supplenze, prima di entrare definitivamente in ruolo. Per arrivarci, però, ci vorrà tempo, almeno quattro anni a regime. Di qui l’esigenza di attivare una “fase transitoria”, per rispondere alle esigenze dei precari rimasti in sospeso ma anche delle stesse scuole, che avranno comunque bisogno di personale. Ministero, governo e associazioni di categoria ne hanno discusso per mesi, in maniera anche accesa. La soluzione è una svolta storica per i precari, che per anni avevano chiesto invano la riapertura delle GaE e l’assunzione diretta, senza ulteriori concorsi. Ora saranno accontentati.

ASSUNZIONE PER 50MILA ABILITATI – Le vecchie liste, dove sono ancora inserite decine di migliaia di supplenti (soprattutto maestri meridionali), contrariamente alle aspettative del Miur che sperava di svuotarle con la Buona Scuola, non saranno toccate. In compenso nasceranno delle nuove graduatorie, di merito ma anche ad esaurimento, dove saranno iscritti tutti i docenti già in possesso del titolo di abilitazione. Secondo ultime stime ministeriali, ce ne sarebbero almeno 50mila in tutto il Paese, con una forte eterogeneità per Regioni e materie. Loro, prima o poi, saranno tutti assunti, sulla base del punteggio dei titoli e di un esame orale a cui dovranno sottoporsi. Prevista una differenziazione tra Tfa e Pas e un bonus extra per gli idonei: la tabella titoli potrebbe assomigliare molto a quella adottata per l’ultimo Concorsone. La prova ci sarà, dunque, ma senza sbarramento: per chi è già abilitato non ci saranno concorsi riservati (come previsto inizialmente), ma sarà garantito l’automatismo dell’immissione in ruolo. Questi professori accederanno direttamente al terzo e ultimo anno del nuovo periodo di formazione (chiamato “Fit”), in cui svolgeranno una supplenza, prima di ricevere una propria cattedra in caso di esito positivo di questo “anno di prova”.

NEL 2018 NUOVO BANDO DI CONCORSO – Il parere preparato dal governo definisce anche la tempistica di questa fase transitoria: il prossimo anno servirà ancora all’assorbimento dei vincitori del concorso 2016 (idonei compresi: salterà infatti il tetto del 10% stabilito in precedenza). Nel 2018/2019 e 2019/2020 il 100% dei posti disponibili spetterà appunto alla stabilizzazione degli abilitati di queste nuove graduatorie a scorrimento (con percentuali decrescenti negli anni successivi, se ce ne fosse bisogno). Intanto nel 2018 verrà bandito il primo concorso per l’accesso al nuovo triennio di tirocinio: i primi abilitati verranno sfornati nel 2020/2021, quando appunto il nuovo sistema andrà a regime. Da questa data, una quota parte delle cattedre vacanti verrà destinata ad altri precari storici, non abilitati con almeno 36 mesi di anzianità di servizio, che potranno partecipare a dei concorsi riservati con accesso agevolato al percorso Fit.

ANCHE L’OPPOSIZIONE D’ACCORDO – “Essere riusciti a sanare un pregresso storico è un grande risultato”, commenta Manuela Ghizzoni, deputata del Partito Democratico e relatrice del provvedimento. “Il testo ha una coerenza: c’è un nuovo contesto in cui formazione e reclutamento diventano un momento unico. E allora chi ha già fatto la prima, dev’essere accompagnato alla seconda”. Stavolta sono soddisfatte anche le opposizioni, tra cui il Movimento 5 stelle che valuta il ritiro del suo parere alternativo: “Ci sembra una buona soluzione: quella di togliere lo sbarramento per gli abilitati è sempre stata la nostra proposta e finalmente è stata accolta”, spiega l’onorevole Gianluca Vacca. Restano poche criticità: l’impatto della prova orale sulle nuove graduatorie (il M5s chiede di ridurlo), le scarse risorse per la retribuzione dei nuovi tirocinanti, che potrebbero tradursi in un compenso di appena 500 euro nel primo anno del percorso Fit (“ma fino a ieri gli aspiranti docenti si pagavano di tasca loro l’abilitazione, ora verranno pagati: è comunque un grosso passo avanti”, fanno notare da viale Trastevere). Per il resto le novità rispetto alla bozza entrata in Parlamento dovrebbero essere minime. Come anche le modifiche nel corso della discussione in Commissione, prima della votazione finale di giovedì 16 marzo. Dal punto di vista normativo il parere non è vincolante. “Ma è vincolante moralmente, per come è stato scritto e per tutto l’impegno che ci abbiamo messo. Il Ministero è d’accordo e seguirà questa strada”, assicura la Ghizzoni. Mettendo forse, una volta per tutte, la parola fine alla lunga attesa dei precari della scuola.

Twitter: @lVendemiale

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