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‘Ndrangheta, “grazie ai clan controllavano gli appalti in Calabria”: 35 imprenditori fermati

È scattata l’operazione “Cumbertazione” che ha fatto luce sul sistema che le cosche e le imprese adottavano per accaparrarsi numerosi lavori pubblici
‘Ndrangheta, “grazie ai clan controllavano gli appalti in Calabria”: 35 imprenditori fermati
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Cinquantaquattro imprese sequestrate e 35 imprenditori fermati in tutta Italia dalla guardia di finanza su disposizione delle Direzioni distrettuali antimafia di Reggio Calabria e Catanzaro. È scattata stamattina l’operazione “Cumbertazione” che ha fatto luce sul sistema che la ‘ndrangheta e le imprese adottavano per accaparrarsi numerosi appalti pubblici. “Facimu na cumbertazione” (cioè un circolo chiuso finalizzato a prendersi tutto, ndr) è una delle frasi che la guardia di finanza ha registrato intercettando i telefoni e piazzando le microspie agli indagati accusati di associazione a delinquere di stampo mafioso, turbata libertà degli incanti, frode nelle pubbliche forniture, corruzione e falso ideologico in atti pubblici.

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Le indagini, che durano da anni, sono il seguito dell’inchiesta “Ceralacca 2” che nel 2014 aveva stroncato un’organizzazione capace di condizionare gli appalti indetti dalla Provincia di Reggio Calabria, dalla Stazione unica appaltante e dalla Sorical, la società risorse idriche calabresi che ha il mandato di gestire, per un periodo di 30 anni, il complesso infrastrutturale delle “Opere idropotabili Regionali” ed il connesso servizio di fornitura all’ingrosso ai Comuni. Una società mista, con un capitale sociale di oltre 13 milioni di euro, di cui la Regione detiene la maggioranza delle quote.

Approfondendo i vari filoni di quell’indagine, il Gico del Nucleo di Polizia Tributaria di Reggio Calabria e di Cosenza ha accertato come un importante gruppo imprenditoriale operante nella piana di Gioia Tauro, si era posto come punto di riferimento della cosca Piromalli al fine di turbare, sistematicamente, almeno 27 gare indette da molte stazioni appaltanti calabresi nel periodo 2012/2015. Gli appalti riguardavano i più importanti lavori pubblici nella provincia di Reggio ma anche di Cosenza dove, tra il 2013 e il 2015, un noto imprenditore si è aggiudicato numerosi appalti grazie alle relazioni con il clan Muto e con la cosca “Lanzino-Rua-Patitucci”. Il sistema era sempre lo stesso. Quello appunto della “Cumbertazione” che sarà spiegato in mattinata dai procuratori di Reggio Calabria e Catanzaro Federico Cafiero De Raho e Nicola Gratteri nel corso di una conferenza stampa.

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