È finito per errore in una favela di Rio de Janeiro guidato dal navigatore Gps del cellulare ed è stato ucciso con uno colpo alla testa. È morto così Roberto Bardella, il turista italiano di 52 anni trovato senza vita giovedì 8 dicembre. Con lui nella favela di Morro dos Prazeres è finito anche il cugino Rino Polato, 59 anni, che si è però salvato. Secondo le indagini, i rapinatori li hanno scambiati per poliziotti. Hanno sparato un colpo alla testa a Bardella, che aveva una telecamera sul casco, mentre hanno deciso dopo quasi due ore di liberare Polato. La polizia brasiliana ha arrestato sei persone e disposto il fermo di un adolescente accusati di aver partecipato all’omicidio. I sette sospetti sono stati riconosciuti dal cugino della vittima grazie alle foto segnaletiche. Altri due persone, riferiscono fonti investigative, sono state identificate e nei loro confronti è stato richiesto un ordine di carcerazione.

I due stavano facendo un viaggio in motocicletta in Sudamerica, e prima di arrivare a Rio erano già stati in Paraguay e Argentina. A Rio avevano alloggiato in un hotel di Copacabana, in modo da vedere i siti più turistici. Dopo aver visitato il Cristo Redentore, si stavano dirigendo verso Morro dos Prazeres, la “Montagna dei piaceri”, favela del quartiere di Santa Teresa. Una zona considerata “pacificata” e per la sua altitudine, 275 metri, segnalata sulle guide come un punto di osservazione privilegiato delle bellezze di Rio. La violenza nelle favelas è però aumentata proprio negli ultimi mesi a causa della guerra aperta fra bande per il controllo del narcotraffico e della crisi economica che attraversa lo Stato, che si è tradotta in una minore presenza della polizia.

Forse per un errore del navigatore Gps, Bardella e Polato hanno imboccato in moto l’ingresso più pericoloso di Morro dos Prazeres. Una volta entrati sono stati subito accolti dagli spari di una dozzina di persone, riferisce la polizia. Bardella, che aveva una piccola telecamera sul casco, secondo gli inquirenti è stato scambiato per un poliziotto: due proiettili lo hanno colpito alla testa e al braccio, uccidendolo sul colpo. Polato è rimasto invece per due ore nelle mani dei banditi, rinchiuso dentro un’auto nel cui bagagliaio era stato gettato il cadavere della vittima. Poi i rapinatori hanno deciso di liberarlo. Il corpo di Bardella è stato trovato in una delle strade della favela, mentre Polato, secondo i media locali, è stato salvato in uno degli ingressi alla zona da parte degli agenti dell’unità di peacekeeping della polizia (Upp).

Roberto Bardella era proprietario a Jesolo di un’agenzia di affitti e di amministrazione condominiale che gestiva insieme alla moglie. La coppia ha un figlio, giocatore di rugby. I suo amici raccontano che i viaggi in moto erano la sua passione e lo avevano portato a girare tutto il mondo. “Eravamo amici dal ’94 – racconta l’assessore comunale Ennio Valiante – lo avevo visto proprio il giorno prima della sua partenza. È sconvolgente quello che gli è successo perché era uno sportivo ed un uomo prudente. Ogni anno acquistava il biglietto aereo e poi si organizzava da solo l’intero viaggio”.

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