“Non scriverò mai più dei Malaussene”. Era il 26 maggio del 1997 e Daniel Pennac, lo scrittore francese più amato del tempo, al Salone dl Libro di Torino spiegava che la saga nata dal primo libro Il paradiso degli orchi si sarebbe fermata al quinto romanzo. Ma già due anni due anni dopo il professore di francese in un liceo aveva confessato: ”Già dopo il terzo romanzo  continuavo a ripetermi: basta con Malaussene, basta con Malaussene, devo scrivere altro. Poi mi sono detto: ma senza di lui come faro’?”. Il suo capro espiatorio impiegato in un Grande Magazzino era arrivato tre anni fa anche in sala. Oggi arriva l’annuncio del ritorno delle avventure di Benjamin Malaussène e della sua sgangherata e deliziosa tribù familiare.

Il 3 gennaio 2017 la casa editrice parigina Gallimard manderà in libreria in Francia Ils m’ont menti (Mi hanno mentito), che rappresenta il primo tomo di un’opera in due volumi intitolata Le cas Malaussène (Il caso Malaussène). Nato dopo una lunga e laboriosa gestazione, dovuta anche all’incertezza dello scrittore francese di continuare la saga, è inteso da Pennac, anche come un regalo alla fedeltà dei suoi lettori, i quali aspettavano da tempo il ritorno di Malaussène, esattamente dal 1999, quando uscì il sesto titolo della serie Aux fruits de la passion (tradotto in italiano con il titolo La passione secondo Thérèse da Feltrinelli),

Nel nuovo romanzo – che nella prossima in primavera verrà pubblicato come i precedenti da Feltrinelli – tutti i personaggi della saga di Belleville saranno invecchiati di vent’anni e si ritroveranno in un mondo in preda a traffici di ogni tipo e violenze inaudite. Nella trama compare anche un rapimento con un riscatto che i criminali vogliono destinare ai poveri. Come nei precedenti sei romanzi, Benjamin Malaussène sarà coinvolto in una storia drammatica ricca di colpi di scena. Ma tutti i fan sperano di ritrovare in lui, in Belville e nella strana famiglia fatta solo di fratelli e sorelle, e una madre sempre in fuga ed innamorata, le stesse emozioni di 20 anni.

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