Nel 2017 per le famiglie vengono stanziati 600 milioni di euro. Viene istituito il Fondo di sostegno alla natalità, con una dotazione di 14 milioni di euro per il 2017, 24 milioni per il 2018 e 23 per il 2019, per favorire l’accesso al credito delle famiglie con uno o più figli: rilascerà garanzie statali alle banche. Ma per i dettagli bisogna attendere un decreto ad hoc del ministro Enrico Costa, che ha la delega alla Famiglia. Rinnovato il voucher baby sitter di 600 euro per sei mesi, in alternativa al congedo parentale per il padre che viene confermato anche per il 2017 e sale a due giorni. I neopapà ne potranno usufruire entro cinque mesi dalla nascita. Confermato anche il bonus bebè già in vigore: 80 euro al mese per tre anni per i bimbi nati in famiglie con Isee sotto i 25mila euro lordi l’anno, 160 euro al mese per i nuclei con Isee inferiore ai 7mila euro. Il bonus, però, non viene né prolungato a 5 anni, né raddoppiato come ipotizzato nei mesi scorsi.

Premio alla nascita o all’adozione -Tra le novità c’è un premio alla nascita o all’adozione: un assegno di 800 euro in un’unica soluzione per tutti i nuovi nati dal 1 gennaio 2017. Si richiede all’Inps già al settimo mese di gravidanza per far fronte alle prime spese. Infine arriva un buono asilo di massimo mille euro l’anno (circa 91 euro mensili) per tutti i bambini nati dal 1 gennaio 2016, fino a tre anni di età. Sostituisce la detrazione del 19% in vigore finora. Il bonus verrà erogato in base alle ore di asilo nido (pubblico e privato) e, a differenza del voucher baby sitter, non dipenderà dal reddito. Per questa voce ci sono 144 milioni di euro per il 2017, 250 milioni per il 2018, 300 per il 2019 e 330 per il 2020.

Rifinanziato il bonus di 500 euro per i 18enni – Viene infine rifinanziata la Carta elettronica per i giovani residenti nel territorio nazionale che compiono i diciotto anni di età. Si tratta del bonus da 500 euro varato con la scorsa legge di Stabilità, ma diventato accessibile quasi un anno dopo. Sul sito www.18app.italia.it sarà possibile dall’1 novembre utilizzarlo per comprare biglietti per spettacoli teatrali, film e cinema, concerti, libri e altri eventi culturali. Come lo scorso anno, sul piatto ci sono 290 milioni di euro. Ad averne diritto sono oltre 570mila giovani.

Incentivi per il rientro dei cervelli meno interessanti rispetto al passato – Restano gli incentivi per il rientro dei cervelli, ma sono meno interessanti rispetto al passato. Per il reddito complessivo saranno considerati sia i proventi da lavoro dipendente sia da quello autonomo con una detassazione per il 50% del totale contro il precedente 70 per cento. Restano fuori i lavoratori autonomi. La platea dei beneficiari viene allargata anche “ai cittadini di Stati, diversi da quelli appartenenti all’Unione europea, con i quali sia in vigore una convenzione per evitare le doppie imposizioni”. Per poter accedere alle agevolazioni, previste dal 2016 al 2020, sarà comunque necessario aver trascorso più di 24 mesi fuori dall’Italia.

Il contrasto alla povertà può attendere – Nell’ultima versione della manovra è stato cancellato del tutto l’articolo sulle misure di contrasto alla povertà. Scompare dunque anche lo stanziamento aggiuntivo da 500 milioni di euro al Fondo per la lotta alla povertà e all’esclusione sociale dal 2018 che era previsto dalle bozze. Quelle risorse avrebbero dovuto aggiungersi al miliardo di euro stanziato un anno fa e costituire, l’anno prossimo, la base di partenza per il Reddito d’inclusione (Rei). L’Italia è l’unico Paese europeo, insieme alla Grecia, a non averlo. L’Alleanza contro la povertà ha calcolato che per aiutare tutti i 4,6 milioni di italiani sotto la soglia di povertà sarebbero necessari 7 miliardi, ma per il governo non è una priorità.

Potenziati i bonus fiscali per le riqualificazioni energetici… – Una parte sostanziosa della manovra riguarda gli incentivi alle ristrutturazioni degli immobili. Si tratta di norme volte a incoraggiare da un lato la messa in sicurezza degli edifici nelle zone a più alto rischio sismico, tema di stretta attualità dopo il nuovo fortissimo terremoto del 30 ottobre, dall’altro a incentivare la riqualificazione energetica degli immobili con il potenziamento delle agevolazioni fiscali (fino a quest’anno erano del 65%) e l’estensione anche agli interventi condominiali. Il cosiddetto ecobonus sulle parti comuni è del 70% e sale al 75% “per le spese sostenute per gli interventi di riqualificazione energetica relativi alle parti comuni di edifici condominiali finalizzati a migliorare la prestazione energetica invernale e estiva”. Le detrazioni sono calcolate su un ammontare massimo di spese di 40mila euro “moltiplicato per il numero di unità immobiliari che compongono l’edificio”. Per beneficiare delle detrazioni, un professionista abilitato dovrà attestare la prestazione energetica degli edifici e l’Enea effettuerà anche dei controlli a campione.

e quelli per gli interventi antisismici – Per quanto riguarda gli interventi antisismici per le abitazioni e per gli immobili adibiti ad attività produttive, la manovra prevede innanzitutto che le spese fino a un massimo di 96mila euro siano detraibili in cinque anni anziché in dieci. L’ammontare della detrazione dipende dal tipo di intervento: si va da un minimo del 50%, al 70% per gli interventi che determinino il passaggio dell’immobile a una classe di rischio inferiore, fino all’80% se “dall’intervento derivi il passaggio a due classi di rischio inferiori”. Le percentuali sono rispettivamente del 75% e 85% per gli interventi che riguardano le parti comuni condominiali e le detrazioni vengono calcolate su una spesa massima di 96mila euro moltiplicata per il numero di unità immobiliari. Viene poi prorogato l’ecobonus per l’acquisto di grandi elettrodomestici, forni a risparmio energetico e altre apparecchiature per le quali è prevista l’etichetta energetica. In questo caso la detrazione è del 50% fruibile in 10 quote annuali di pari importo su un ammontare complessivo non superiore a 10mila euro.

Restando in tema di immobili, la legge di Bilancio proroga al 2017 le eventuali maggiorazioni fino allo 0,8 per mille delle aliquote Tasi già applicate nel 2015. In compenso è confermato anche per l’anno prossimo il congelamento di tributi e addizionali locali.

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