A Torino i permessi per assistere familiari malati o con gravi disabilità saranno estesi anche ai dipendenti del Comune che hanno contratto un’unione civile o quelli che convivono stabilmente. Potranno anche usufruire dei congedi familiari, e non solo. Il dipendente che sta programmando di unirsi civilmente al proprio partner potrà usufruire del congedo matrimoniale solitamente riservato soltanto a chi si sposa. Lo prevede una circolare che l’amministrazione ha inviato a tutti i suoi dipendenti il 3 ottobre scorso dopo una sentenza della Corte costituzionale del 23 settembre scorso, secondo la quale i congedi per chi ha familiari malati o disabili devono essere estesi anche ai “conviventi more uxorio”..

“È stata un’iniziativa del nostro ufficio personale – spiega Marco Giusta, assessore alla Pari opportunità e alle famiglie della giunta di Chiara Appendino – Hanno fatto di tutto per rendere rapida l’applicazione di questo principio”. L’amministrazione del capoluogo piemontese sarebbe così la prima in Italia ad attuare questa recente sentenza, spiega ancora Giusta, ex presidente dell’Arcigay Torino: “Abbiamo iniziato ad applicare all’azione amministrativa il rispetto dei diritti delle persone ad amarsi e realizzarsi a prescindere dal loro orientamento sessuale – dichiara – siamo partiti dall’azienda Comune che è il cuore della nostra attività di governo, perché è da qui che l’opera di sensibilizzazione deve spiccare il volo, da qui è possibile innescare un processo virtuoso per l’estensione delle libertà civili a tutti e tutte coloro che ne hanno il diritto”. A Torino l’amministrazione comunale è la prima “azienda” per numero di dipendenti, “per questa ragione la nostra circolare è un segnale, una buona pratica esemplare. Siamo una città capofila ai diritti e mostriamo questa vocazione”, spiega a ilfattoquotidiano.it.

Già nelle prossime settimane alcuni dipendenti comunali potranno avvalersi di queste nuove regole: “Ci sono almeno due coppie formate da alcuni lavoratori del Comune che hanno avviato le pratiche per l’unione civile e hanno chiesto informazioni all’ufficio del personale – racconta l’assessore Giusta – Quest’ultimo, in assenza di un decreto specifico del governo o di una circolare dell’Inps, ha provveduto a colmare il vuoto”.

All’inizio del mandato Chiara Appendino accelerò le pratiche per celebrare le unioni civili e fu criticata dal mondo cattolico per aver affidato a Giusta l’assessorato alle Pari opportunità e alle famiglie e non “alla famiglia”.

Articolo Precedente

Sostegno a distanza, cosa serve davvero? Ora ce lo dicono i bambini: con una macchina fotografica. A Livorno la raccolta fondi per il progetto “In My Eyes”

next
Articolo Successivo

Sanità, altro che gratis: oggi curarsi è un privilegio da ricchi

next