A Torino il mondo cattolico attacca la sindaca M5S Chiara Appendino e la sua scelta di dare la delega “alle famiglie” all’assessore Marco Alessandro Giusta, ex presidente dell’Arcigay cittadina. Le critiche sono arrivate a giorni ravvicinati, prima con un’interpellanza della consigliera Pd Monica Canalis proveniente dal mondo cattolico, e poi con l’editoriale de La Voce del popolo, settimanale diocesano. Entrambi sono contrari a quell’equiparazione che, tramite la parola “famiglie”, viene fatta tra coppie sposate, unioni civili e coppie di fatto. L’attacco di Canalis, tuttavia, ha provocato un certo malumore all’interno del suo partito.

“La costituzione italiana in ben tre articoli riconosce e favorisce la famiglia fondata sul matrimonio e non contempla altre tipologie di famiglia – ricorda Canalis nel primo atto di questa nuova legislatura – La recente legge sulle unioni civili tra persone dello stesso sesso la riconosce quale ‘specifica formazione sociale’, quindi distinta dalla famiglia fondata sul matrimonio”. Stessi argomenti utilizzati dal direttore del settimanale diocesano Luca Rolandi nell’editoriale del numero appena uscito. Tuttavia, se Rolandi critica la sindaca per non aver discusso prima la scelta di affidare quella delega a Giusta, l’esponente del Pd polemizza per “la forzatura giuridica che viene realizzata attribuendo lo status di famiglia anche alle persone conviventi di fatto e alle unioni civili omosessuali”. Ma non solo. Perché Canalis chiede alla prima cittadina se davvero intende modificare le definizioni anagrafiche dei genitori omosessuali, come annunciato da Giusta in un’intervista, ricordandole poi la “contrarietà manifestata in proposito dal suo partito, il Movimento 5 Stelle”.

“Molti torinesi stamattina mi hanno fatto i complimenti per il coraggio nell’aver posto queste domande”, dice Canalis al fattoquotidiano.it.  “Ho seguito la linea del Pd per la discussione sulla legge Cirinnà, in cui hanno trovato sintesi le tante anime del partito – c. La legge non equipara le unioni civili alle coppie sposate ed è sbagliato farlo – ribadisce -. Io sono favorevole a un assessorato alla famiglia e vorrei che Appendino desse più attenzione a chi fa una scelta di stabilità, alle coppie che si sposano e alle famiglie numerose o in difficoltà”.

All’interno del Pd torinese, però, sono sorti subito  malumori.“L’iniziativa della Canalis è a titolo personale, non l’ha condivisa con il gruppo consiliare, e deve dichiarare che è una sua posizione individuale, non quella del Pd”, dice Chiara Foglietta, altra esponente dem a Sala rossa, ex componente del coordinamento Torino Pride che domani organizza la decima marcia cittadina dell’orgoglio Lgbt. “Sia il Pd di Torino, sia quello del Piemonte – continua – hanno aderito al documento politico del Torino Pride per i diritti civili, contro l’omotransfobia e per il matrimonio egualitario”. Anche il capogruppo in consiglio comunale Stefano Lo Russo ha ricordato che domani il partito parteciperà al Torino Pride 2016, mentre per l’eurodeputato Daniele Viotti il gesto della consigliera è “conservatore”. Dello stesso tenore il commento del senatore Stefano Esposito che bolla come “medievale” l’iniziativa della Canalis. Come dire che una delle prime decisioni della Appendino ha avuto comunque l’effetto di spaccare il Pd.

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