Il tonfo della Cdu di Angela Merkel, la fine della coalizione tra socialisti e cristiano-democratici, l’ennesimo successo del partito xenofobo Afd. Dicono questo, in estrema sintesi, i risultati definitivi delle elezioni regionali a Berlino. Per la cancelliera è – come lei stessa lo ha definito – un risultato “amaro”: la sua Cdu ottiene il 17,6% di gradimento, in calo di 5,7 punti rispetto alle precedenti consultazioni. Si tratta del peggior risultato del dopoguerra nelle elezioni per il controllo della città- Stato. In calo anche i socialdemocratici della Spd, che si confermano primo partito col 21,5% , ma perdono 6,8 punti rispetto alle elezioni del 2011. Anche per il partito del sindaco Michael Mueller si tratta di un risultato senza precedenti a Berlino. Cade quindi la grande coalizione Cdu-Spd, che governa il paese dal 2013. I due partiti non hanno più i 75 seggi necessari per governare.

“Ovviamente mi assumo la parte di responsabilità che spetta come cancelliera e presidente del partito”. Il mea culpa di Angela Merkel è arrivato a poche ore dalla conferma dei risultati. In una conferenza stampa svoltasi a Berlino, la leader cristiano-democratica ha affrontato il tema che, per tutti gli osservatori, è stato decisivo in questa campagna elettorale. Merkel ha fatto riferimento ad un sondaggio pubblicato nei giorni scorsi, in cui l’82% degli intervistati auspicava un cambio di direzione sulle politiche d’integrazione. Pur ribadendo l’impegno – prescritto peraltro dalla costituzione tedesca – nell’accogliere gli stranieri, anche se di fede islamica, la cancelliera ha ammesso i suoi errori: “Se l’82% degli intervistati voleva dire che non deve ripetersi la situazione che abbiamo avuto l’anno scorso in seguito a una emergenza umanitaria con, all’inizio, un ingresso in parte incontrollato e non-registrato” di profughi in Germania, “allora io lotto affinché ciò non si ripeta“.

Una correzione – benché parziale – di rotta che tiene conto del nuovo risultato positivo di Afd, che anche a Berlino esulta dopo ottenuto il 14,1% dei consensi. Nato solo tre anni fa, il partito populista ha incentrato la propria campagna contro le politiche d’accoglienza del governo Merkel: e ora, dopo il risultato positivo di Berlino, occupa seggi in 10 dei 16 Laender tedeschi. Joerg Meuthen, uno dei leader del partito, si è detto convinto che l’Afd otterrà un risultato a doppia cifra anche alle politiche nazionali del settembre dell’anno prossimo. Buoni risultati anche per i Verdi con il 15,2% e Linke con il 15,7%. L’affluenza è stata del 66,9%, in crescita del 6,7% rispetto al 2011.

Il voto di Berlino era l’ultimo test prima delle tre elezioni regionali in primavera e quelle politiche a settembre del 2017. L’afflusso dei migranti è stato uno dei temi che ha causato la sconfitta elettorale della cancelliera tedesca. In Germania l’anno scorso si sono registrati 1,1 milioni di arrivi dopo l’apertura delle frontiere voluta dalla Merkel per risolvere la crisi migratoria nei Balcani. La Cdu ha dovuto subire la propaganda dell’Afd, che più volte ha ribadito nel suo programma di chiudere le frontiere. Oltre ai migranti tra i temi cruciali delle elezioni a Berlino hanno dominato questioni come caro-affitti, scuola e trasporti della metropoli. Oggi è prevista una conferenza stampa della Merkel assieme a Frank Henkel, candidato di punta della Cdu, uscito sconfitto alle elezioni regionali a Berlino.

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