Un anno dopo il lancio, l’Alto rappresentate per gli affari esteri dell’Unione europea Federica Mogherini annuncia il prolungamento di altri 12 mesi per l’Operazione Sophia, al secolo EUnavforMed, la missione marittima anti-trafficanti dell’Ue. Il 18 aprile a Le Monde Mogherini ne parlava come di “un vero successo” (“Esattamente un anno fa dovevamo affrontare la morte di oltre 800 migranti – spiegava Lady Pesc il 18 aprile – oggi possiamo essere orgogliosi dell’azione europe che ha salvato vite, mentre un anno fa facevamo un minuto di silenzio”) e diceva che dal via 68 sospetti trafficanti portati alla sbarra in Italia. Un successo. La missione entrerà anche nella sua terza fase: le navi europee potranno entrare in acque libiche “per condurre attività di addestramento della Guardia costiera”, dopo che la Mogherini ha strappato alle autorità libiche un’approvazione della missione.

In contemporanea con quest’annuncio, però, a Londra la Camera dei Lord pubblica un rapporto che stronca totalmente la missione: “Non è riuscita in alcun modo significativo a scoraggiare i flussi di migranti, distruggere i network criminali o impedire il business per i trafficanti lungo la rotta del Mediterraneo Centrale”. A questo aggiunge un dato che ridimensiona notevolmente il bilancio di Mogherini: gli obiettivi colpiti dall’Operazione Sophia sono di piccolo calibro. Non solo. “La distruzione delle imbarcazioni – si legge nel documento della Camera dei Lord – ha semplicemente causato il passaggio dall’utilizzo di barche in legno a gommoni, che sono persino più pericolosi”.

Secondo diversi esperti di immigrazione: anche con la missione Sophia, come avviene da anni con i barconi diretti dal Nord Africa verso le coste italiane, sono gli stessi trafficanti a chiamare le autorità marittime, per far venire le navi di salvataggio più vicine alle coste libiche e ridurre i costi dell’organizzazione criminale, che secondo Frontex si dedica spesso non solo al traffico di uomini ma anche di droga. Secondo il documento inglese, il valore dei traffici nel 2015 è da valutare tra i 255 e i 323 milioni di dollari per la sola Libia.

Il pattugliamento marittimo, sottolinea il rapporto, ha poche possibilità di colpire la “cupola” dei trafficanti. Il parlamentare Nick Thomas-Symonds, tra i testimoni andati in Libia a verificare l’impatto della missione, afferma che “la maggior parte dell’attività finisce per colpire solo gli ultimi anelli delle organizzazioni”. Tanto che Peter Roberts, ricercatore del Royal United Services Institute audito dalla Commissione sull’Unione europea della Camera dei Lord, sostiene che “in 10-15 minuti” i trafficanti possano rimpiazzare le persone fermate, visto che “non sono dietro il business dei trafficanti”. Per altro non è garantito nemmeno un numero fisso di mezzi con i quali pattugliare le coste, un territorio esteso 535 mila miglia nautiche (sei volte l’Italia, si legge). Ad oggi i mezzi sono sei navi e cinque aeromobili ad ala fissa. Senza un’adeguata attività di intelligence è impossibile concentrare gli sforzi dove necessario. E questo lavoro di studio è finora il più carente, secondo il rapporto.

Se le operazioni non arrivano a terra, per altro, le missioni di intelligence in grado di individuare i veri boss della mafia degli sbarchi sono molto limitate. Ma già è complicato ottenere l’accordo delle autorità locali per entrare nelle acque nazionali. Sbarcare sul terreno sarebbe percepito come un intervento militare. Intanto però le unità navali di EUnavforMed si preparano ad entrare nelle acque territoriali, per addestrare – è la motivazione ufficiale – la Guardia costiera libica.

Fonti informate hanno precisato che l’ingresso in acque libiche delle navi Ue non costituisce l’avvio della cosiddetta fase 2 B, quella che prevede operazioni in acque territoriali per la caccia e la lotta contro i trafficanti di essere umani, quanto piuttosto un ulteriore passo in questa direzione. “Avrò l’opportunità di discuterne ulteriormente a Vienna con il primo ministro libico nel corso della conferenza organizzata dagli Stati Uniti e dall’Italia” il 17 maggio, ha sottolineato la Mogherini.

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